I dipendenti vanno a fare volontariato: otto ore le paga Epta Costan
Nel 2025 decollerà anche a Limana il progetto “EptaGIVES”, che mira ad avvicinare le persone all’associazionismo. Gli ambassador presenti in azienda mettono in contatto i colleghi con le Onlus

Otto ore di volontariato pagate dall’azienda. Nel 2025 decollerà anche nello stabilimento di Limana il progetto “EptaGIVES”, iniziativa del gruppo industriale Epta (Costan), colosso della refrigerazione, che mira a sostenere le associazioni del territorio avvicinando i dipendenti alle loro attività. La multinazionale italiana, che proprio nel Bellunese ha una delle sue principali sedi produttive, ha lanciato il progetto a dicembre 2023, nell’occasione della Giornata internazionale del volontariato, con l’obiettivo entro il 2027 di far utilizzare almeno mezza giornata lavorativa ai dipendenti in attività con le associazioni del territorio. «L’adesione è personale e volontaria, nessuno è obbligato a partecipare al progetto», spiega Giulia Bacis, referente del progetto per Epta. «Sappiamo bene che per chi fa già volontariato otto ore l’anno non sono molte, ma per chi non si è mai avvicinato ad un’associazione rappresentano un’occasione per scoprire come ci si può mettere a disposizione della comunità».
Un ponte con il volontariato
Nel mondo del volontariato, infatti, si muovono più o meno sempre le stesse persone, spesso impegnate in diverse realtà. Ci sono associazioni dove il ricambio generazionale avviene con maggiore facilità, altre che sono più in difficoltà a trovare nuovi volontari. “EptaGIVES” si configura quindi come un ponte per entrare in contatto con le associazioni, conoscerle, capire come si può dedicare loro qualche ora. Senza, grazie proprio al progetto della multinazionale, utilizzare le proprie ferie o il proprio tempo libero: otto ore di volontariato vengono infatti pagate dall’azienda, attraverso un permesso speciale.
A creare il contatto con l’associazione sono gli ambassador, dipendenti di Epta Costan che fanno già i volontari in una o più Onlus o Odv e che guidano i colleghi nel percorso (dalla richiesta del permesso all’impegno con l’associazione): «A Limana sono venti, e continuano a crescere attraverso il passaparola», continua Bacis. È il numero più elevato fra gli stabilimenti italiani. «Insieme a loro stiamo costruendo materiale informativo per raccontare cosa fanno le associazioni in cui operano». Un altro modo, questo, per aprire una finestra sulle attività di un mondo eterogeneo, assolutamente prezioso, senza il quale molti servizi (specie in un territorio di montagna come quello bellunese) non esisterebbero nemmeno.
I primi passi
Il progetto, come detto, è partito dodici mesi fa a livello di gruppo e sono già diversi i dipendenti in Italia che hanno usufruito delle otto ore retribuite per avvicinarsi al mondo del volontariato: «È stata avviata una collaborazione con l’Ail e ai dipendenti home office, per esempio, è stato chiesto se volessero partecipare alla distribuzione delle stelle di Natale, una delle attività attraverso le quali l’associazione raccoglie fondi per la ricerca».
A Casale Monferrato alla festa di Natale c’erano quattro realtà del territorio che si sono fatte conoscere con materiale informativo, a Milano sono state fatte attività con l’Unicef e Rise Against Hunger. A Limana uno degli ambassador ha coinvolto i colleghi del suo ufficio nell’allestimento di una mostra sulle chiavi del mondo al museo dei sogni, promossa dalla cooperativa Arcobaleno 86. È stata la prima iniziativa.
Collaborazioni
A Limana il progetto decollerà nel 2025 e il lancio ufficiale è stato fatto durante gli eventi promossi nell’ambito del villaggio di Natale in piazza dei Martiri, di cui Epta è sponsor. «Abbiamo a disposizione tre momenti sul palco, che abbiamo scelto di lasciare alle associazioni con le quali abbiamo intenzione di collaborare», prosegue Bacis.
L’8 dicembre hanno fatto conoscere le loro attività Nina Kakaw, la cioccolateria sociale che offre opportunità di ripartenza a donne che vivono o hanno vissuto situazioni di difficoltà, e i Dottor Clown, che portano sorrisi nei reparti di Pediatria ai bambini ricoverati. Il 22 dicembre è stata la volta del Comitato d’Intesa, «che ci sta aiutando a fare da tramite con le associazioni del Bellunese», Intercultura (di cui c’è un ambassador a Limana) e la cooperativa Arcobaleno 86 (anche qui c’è un ambassador in azienda) che offre supporto a ragazzi in difficoltà. Il 5 gennaio ci sarà l’ultimo appuntamento: sul palco saliranno i rappresentanti del Club Alpino Italiano, sezione di Belluno.
«Il mercatino fa da lancio al progetto, che svilupperemo anche con la collaborazione del Centro di Servizio per il Volontariato Treviso e Belluno», rimarca Giulia Bacis. L’azienda, inoltre, offrirà alle associazioni anche supporto formativo in ambiti specifici, come quello finanziario, con corsi dedicati ai presidenti o loro delegati per approfondire temi come il bilancio e gli obblighi fiscali.
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