Voltago sbatte contro il quorum in municipio torna il commissario

L’affluenza si ferma a quota 43,15% e l’unica lista deve arrendersi. Gian Soppelsa: «Prendo atto»

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Il quorum non è stato raggiunto e a Voltago torna, per la seconda volta consecutiva, il commissario prefettizio.

Allarga le braccia e prende atto Giovanni Soppelsa, conosciuto come Gian, il candidato sindaco di “Per il bene comune” che si è scontrato con un 43,15 per cento di votanti che non è bastato a far avere al paese un sindaco eletto. E di mezzo forse non c’è nemmeno la annosa diatriba tra Voltago e Frassené, che aveva fatto naufragare un anno fa la candidatura solitaria di Alessandro Lazzarini.

«È la seconda volta consecutiva che Voltago prende la strada del commissariamento», sospira. «Le decisioni popolari non si discutono, il popolo è sovrano sul suo futuro e sulle sue sorti. Ma prendendo atto di questa scelta devo anche sperare che non si ripercuota sul futuro della comunità. Non possiamo continuare ad essere gli ultimi in classifica in Unione montana, gli ultimi in classifica al Bim, gli ultimo ovunque».

Amarezza dunque, ma coscienza tranquilla per aver fatto comunque la propria parte. «Sono sereno», spiega Soppelsa, «alla fine ci ho messo del mio, il mio gruppo mi ha sostenuto. Ma se la volontà popolare è questa, vuol dire che la prossima volta si faranno avanti altri con proposte migliori delle nostre».

Il candidato sindaco sconfitto dalla bassa affluenza alle urne e dal quorum non crede comunque che dietro a questa bassa partecipazione ci siano le vecchie ruggini campalistiche tra Voltago, che votava nella sezione 1 in municipio (affluenza finale 44,03%) , e Frassené, che votava nella sezione 2 all’ex asilo (41,64%).

«Mi sono fatto l’idea», spiega Soppelsa, «che, essendo io espressione della vecchia amministrazione Zanvit nella quale ero vicesindaco, mi abbiano visto come un candidato che proseguiva quella esperienza. E magari qualcuno ha pensato che non sarebbe cambiato nulla. Ma ormai è passato parecchio tempo dalla fine della giunta Zanvit, mi pare fuori luogo pensarlo. Piuttosto, le nostre proposte concrete non sono state recepite».

Al prossimo turno elettorale, pronostica Soppelsa, a questo punto «qualcuno si inventerà una lista civetta, scelta che noi abbiamo rifiutato in quanto non etica. Ma ora se qualcuno vuole realmente diventare sindaco dovrà giocoforza farla».

E Gian Soppelsa, alla prossima tornata, sarà ancora in corsa? «Ne parliamo tra qualche mese, semmai», dice senza nascondere l’amarezza. «Ora prendo atto della volontà popolare, la accetto e dico “sani e grazie”, come si diceva una volta».

«Qui da noi le divisioni e le fatiche ci sono», allarga le braccia don Fabiano Del Favero, il parroco che dal foglietto parrocchiale si era speso per invitare i concittadini ad andare a votare. «Come comunità cristiana abbiamo cercato di creare occasioni di collaborazione e le comunità hanno fatto dei passi in questo senso». Ma, a quanto pare, nemmeno quello è bastato. —



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