«Voti alti nel Bellunese? Gli studenti li hanno meritati»

Per docenti e presidi i tanti cento di quest’anno derivano anche dal fatto che l’unica prova ha concentrato le loro energie

BELLUNO

Bei voti per gli studenti bellunesi che hanno affrontato gli esami di maturità. Più alti rispetto agli ultimi anni. Tanti cento e lodi come non mai. Prof con la manica larga, esami più facili o ragazzi che hanno approfittato dell’emergenza Covid per studiare di più?

Dirigenti scolastici e insegnanti non hanno il benché minimo dubbio: i risultati più che positivi della maturità di quest’anno sono frutto del grande lavoro svolto dai ragazzi che, vista la pandemia, hanno potuto dedicare molto più tempo allo studio, dando spazio alle loro passioni anche con i mezzi informatici. Insomma, sono voti più che meritati che la commissione d’esame ha soltanto messo in luce.

«I ragazzi», spiega Elisabetta Rizzo, vicepreside dell’istituto Catullo di Belluno, «si sono presentati all’esame, che non prevedeva prove scritte, con un buon percorso scolastico alle spalle, spesso anche ottimo. Io sono stata presidente di commissione al Liceo scientifico di Pieve di Cadore e anche lì ho visto tanti risultati ottimi, i ragazzi si sono meritati i voti alti». «C’è da dire», prosegue, «che durante il lockdown, con le lezioni a distanza, i ragazzi non sono stati abbandonati e di questo va dato merito agli insegnanti, che non li hanno mai abbandonati. Agli esami, poi, i docenti, che li conoscevano bene, hanno saputo metterli nelle condizioni migliori. Per questo dico che è stato positivo che l’esame si sia svolto in presenza e non online».

Della stessa idea la dirigente scolastica dell’Iti Segato, Ilaria Chiarusi, che promuove anche l’esame di quest’anno. «Capita sovente», spiega la preside, «che studenti molto bravi siano in difficoltà di fronte a docenti diversi dai loro, con i quali non si riesce a instaurare quel feeling che permette di comprendere appieno le qualità e il sapere del ragazzo. Quest’anno, con la commissione formata da docenti interni ad eccezione del presidente, siamo riusciti a tirare fuori il meglio dagli studenti. Ma c’è di più: la prova orale, rispetto a quella scritta, permette maggiormente il confronto umano».

Per quanto riguarda gli ottimi risultati ottenuti, «abbiamo visto che chi ha saputo autogestirsi ha ottenuto migliori risultati. Per questo», conclude Chiarusi, «dico che sarebbe un errore abbandonare del tutto la didattica a distanza. L’esperimento è da ripetere, non certo con le modalità di quest’anno, ma in modo più limitato, per aiutare i ragazzi a gestire i loro tempi».

Per Michele Sardo ex preside del Catullo e coordinatore dei presidi per quanto riguarda i progetti informatici per l’Ufficio scolastico provinciale, a influire positivamente è stata anche la prova unica: «In questo modo i ragazzi hanno potuto concentrarsi su una sola prova, senza disperdere le energie tra le varie materie degli scritti. Così facendo, diventava difficile fallire. Importanti anche i 60 crediti per la valorizzazione del curriculum e i cinque che hanno permesso di alzare il votoi a chi aveva un risultato intorno al 96-97. Le lodi, poi, hanno premiato il percorso di coloro che, dal terzo anno di scuola in poi, hanno dimostrato un percorso brillante. In poche parole», conclude l’ex dirigente, «chi tra i ragazzi ha saputo rimanere legato alla scuola in maniera costante, è stato premiato». —
 

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