Voucher, nel 2014 sono cresciuti del 77,9%
BELLUNO. Cresce in maniera esponenziale l’utilizzo del voucher in provincia. Secondo i dati Inps, l’anno scorso sono state utilizzate 346.895 ore, vale adire il 77.9% in più rispetto al 2013, quando le ore erano 194.969. E per quest’anno la sensazione è di un ulteriore aumento.
Cos’è. Il voucher è una particolare modalità di prestazione lavorativa che regolamenta le prestazioni lavorative “accessorie” svolte in maniera saltuaria, quindi senza un contratto vero e proprio. Il pagamento avviene attraverso dei buoni lavoro, cioè i voucher. Di solito vengono utilizzati nel commercio, nel turismo, ma anche in tutti gli altri settori.
Il valore. Il valore di un voucher è di 10 euro: 7.50 euro all’ora vanno al lavoratore, mentre il resto è distribuito tra Inps e Inail. Il lavoratore, quindi, può integrare le proprie entrate, visto che questa modalità è esentasse e non incide sullo stato di disoccupazione o inoccupazione. Mentre il committente può usufruire di queste prestazioni senza fare un contratto.
Chi li usa. A richiedere i voucher possono essere famiglie, imprenditori agricoli, committenti pubblici, mentre i fruitori sono pensionati, studenti, lavoratori part time. Ma esistono dei limiti: nel 2015 il compenso percepito all’anno non può superare i 7 mila euro netti, mentre le prestazioni rese nei confronti di imprenditori commerciali e liberi professionisti non possono superare i 2.020 euro netti per ciascun committente; per chi è in cassa o in disoccupazione il limite massimo è 3 mila euro complessivi.
«Dobbiamo pensare che questo sistema», precisa Fulvia Bortoluzzi della Filcams Cgil, «se da un lato offre una possibilità di lavoro a chi ne è senza, dall’altro però ha un effetto negativo sul futuro, visto che quei soldi sono esentasse e non influiscono sulle casse erariali che sostengono sanità, servizi e altro. In poche parole, il contributo del singolo alla crescita non c’è. Purtroppo questo dilagare dei voucher non può che essere visto negativamente da parte nostra, perché non va nel senso della stabilizzazione di un rapporto di lavoro».
E se con i voucher non si pagano le tasse, lo stesso dicasi del lavoro nero, anche questo in aumento. Lo dicono i dati dell’Inps che parlano di un incremento di lavoratori irregolari, passati dai 189 del 2013 ai 225 del 2014 (+19%). E questi sono solo quelli che sono stati “scovati” durante i controlli degli enti preposti. Questo significa che non sono stati pagati alla previdenza un milione e 45 mila euro. «Purtroppo servirebbero più controlli da parte degli enti preposti, quali Inps e Direzione territoriale del lavoro», sottolinea ancora Bortoluzzi, «ma anche questi devono fare i conti con la carenza di personale».
Paola Dall’Anese
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi