Wair color, Cima Gogna «ormai è la nostra casa»

Casanova De Marco guida l’azienda che vernicia occhiali per le grandi firme «Potevamo spostarci a Longarone, ma i nostri collaboratori sono di qui»
Di Stefano Vietina

AURONZO. «Abbiamo scelto di rimanere a Cima Gogna, nonostante in passato si fossero presentate parecchie occasioni per trasferirsi altrove, come a Longarone, con interessanti agevolazioni. Ma i nostri collaboratori sono di qui, per loro sarebbe stato un disagio».

Ireno Casanova De Marco spiega così la scelta della sua azienda, la Wair Color, impegnata nella verniciatura degli occhiali. Una realtà nata nel 1981, e che quindi ha superato i 35 anni di attività. «E ancora teniamo duro, proprio per garantire un futuro ai nostri dipendenti, persone e amici che ormai sono con noi anche da trenta anni, mentre sto inserendo in azienda mio figlio Fabio, laureato in Scienze giuridiche a Udine, nato nel 1989».

La Wair Color dà colore agli occhiali, e non solo. È da sempre attiva, infatti, nella verniciatura, ma anche sabbiatura delle montature, lavorando per molte firme dell’occhialeria, dai colossi come Safilo e Marcolin (da cui deriva il 50% del fatturato), a GB, Som, Kador, OV, Trevi Coliseum e molte altre.

Ma come è nata questa azienda?

«Fin da giovanissimo», racconta Ireno, nato a Costalta di San Pietro di Cadore nel 1956, «ho lavorato in Germania in una gelateria a Wilhelmshaven. Ma avevo il desiderio di rientrare in Italia e per farlo ero pronto ad adattarmi a qualsiasi occupazione. Così ho lavorato due o tre anni nell’edilizia. Avevo frattanto conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie, Lores Casanova Panzon, che si era diplomata ragioniera e andavamo insieme a cercare lavoro per lei. Siamo capitati alla Ladel di Lozzo che si occupava di verniciature. Il titolare Ugo De Martin ci disse che avevano sì bisogno di una persona, ma di un uomo per fare le coloriture. “Se vieni tu”, mi disse, “assumo anche la tua fidanzata per l’ufficio ed il controllo qualità”. E così è stato ed ho imparato un mestiere del tutto nuovo, che mi ha cambiato la vita. Siamo rimasti alla Ladel fino al 1980, poi abbiamo deciso di aprire il nostro piccolo laboratorio a Mare di San Pietro».

Perché Wair Color?

«Dalle iniziali del nome del mio socio di allora, Walter De Villa, e del mio nome, Ireno. All’inizio eravamo in sei, noi due titolari, le nostre moglie e due operai e facevamo 250/260 milioni di lire di fatturato. Poi purtroppo ci fu un terribile incidente d’auto al Cunettone, vicino a Campolongo di Cadore, e la moglie di Walter, Teresa, perse la vita. Il mio socio decise di lasciare. Quindi sono entrati due soci, il fratello e il cugino di mia moglie, ci siamo trasferiti a Gera, in un fabbricato nuovo, acquistato con fondi nostri, e ci siamo restati una decina di anni, dal 1985 al 1995, arrivando ad avere 30 collaboratori e a fatturare anche 2,5 miliardi di lire. Poi abbiamo deciso di trasferirci qui a Cima Gogna e di costruire su questo terreno della Magnifica Comunità, preso in affitto per 100 anni a un prezzo ragionevole».

Come avete fatto a superare la crisi della fine degli anni ’90 che ha colpito tutta l’occhialeria cadorina, ed in particolare i terzisti?

«Abbiamo stretto la cinghia, messo in mobilità qualche persona, poi pian piano ci siamo ripresi e ora siamo tornati a essere una trentina ed abbiamo chiuso il 2016 con un paio di milioni di euro di fatturato»"

In cosa consiste il vostro lavoro?

«Il cliente ci manda il suo occhiale grezzo con le specifiche; noi facciamo la coloritura, se necessario diamo all’esterno il trattamento galvanico e forniamo il campione all’azienda. Dopo il via libera, in un settimana garantiamo la consegna dei pezzi».

E i clienti come li trovate?Non avete nemmeno un sito internet.

«Diciamo che dopo trenta anni di attività ci trovano loro...».

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