Wanbao Acc mette sul tavolo nuovi incentivi

Ottomila euro per evitare l’impugnazione dei licenziamenti. I sindacati chiedono ai sindaci di attivarsi per chi è senza lavoro

MEL

Wanbao Acc di Mel mette sul piatto altri incentivi per i 76 lavoratori licenziati: lo scopo è quello di evitare l’impugnazione del licenziamento. E il sindacato rilancia chiedendo un incontro al ministero dello Sviluppo economico e invitando i dipendenti rimasti senza impiego a vendere cara la pelle.

In programma ci sono assemblee e incontri anche con i sindaci dei territori dove risiedono le persone licenziate.



L’azienda ha proposto per tutti coloro che lo vorranno ottomila euro di incentivo per evitare l’impugnazione del licenziamento. La proposta è arrivata ieri. La proprietà cinese sembra quindi intenzionata ad evitare ogni tipo di contenzioso in questa vicenda. Ma i sindacati, ieri, nell’incontro con i 76 dipendenti licenziati hanno invece invitato ad impugnare il provvedimento.

«Ci potrebbero essere degli errori di valutazione. Vediamo di scovarli», hanno detto Luca Zuccolotto della Fiom Cgil, Mauro Zuglian della Fim Cisl e Loris Roncen della Uilm Uil ieri pomeriggio nella sala gremita di palazzo delle Contesse di Mel dove si è svolta la riunione tecnica post licenziamento.



Al consiglio di fabbrica ieri mattina, intanto, i sindacati hanno deciso di indire a breve una assemblea con i 294 dipendenti rimasti in Wanbao «per spiegare la situazione. Siamo preoccupati per il futuro dello stabilimento», dicono Mauro Zuglian, Luca Zuccolotto e Massimo Busetti e Loris Roncen.

«La situazione non è per niente tranquilla», fanno sapere. «Malgrado i lavoratori abbiano iniziato i due turni di otto ore al giorno, il fatto che il piano industriale trovi efficacia dal 2021 ci lascia molto perplessi. Gli investimenti proposti dall’azienda, inoltre, sono molto deboli. La produzione non ha grandi numeri. E quindi vogliamo rassicurazioni».



Nei giorni scorsi i sindacati hanno inoltrato la richiesta di incontro al ministero dello Sviluppo economico.

«In quella sede chiederemo prima di tutto il ritiro dei licenziamenti», spiegano le parti sociali. «Poi vedremo se ci sono le condizioni per poter accedere a qualche ammortizzatore sociale. Al ministero chiederemo che l’azienda specifichi meglio il piano industriale per dare rassicurazioni ai lavoratori che restano. Per i licenziati chiederemo, inoltre, di poter allungare il periodo entro cui ottenere la precedenza nelle riassunzioni. Attualmente sono sei i mesi entro cui, una volta licenziato, il personale può essere riassunto nella stessa fabbrica: noi chiederemo che venga prorogato di uno o due anni».



Chiaro il messaggio lanciato al territorio. «A tutti i sindaci dei territori dove risiedono le persone licenziate consegneremo il nome di chi è rimasto senza lavoro e chiederemo agli amministratori di farsene carico. Qualcuno ci ha accusato di aver fatto poco, è ora che facciano loro qualcosa», dice Zuccolotto. Dal canto suo Confindustria ieri ha riconfermato il proprio impegno a trovare, tra le aziende associate, una ricollocazione per i licenziati.



Anche la Regione si è mossa attivando una corsia preferenziale per gli esuberi Wanbao ai Centri per l’impiego dove dovranno rivolgersi per trovare un impiego. Per loro, ci sarà la possibilità di seguire percorsi ad hoc di riqualificazione e ricollocamento. —


 

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