Wanbao Acc, oggi riparte la produzione
BORGO VALBELLUNA
Oggi lo stabilimento Wanbao Acc di Mel, fermo per il coronavirus, riavvia la sua attività. C’è il consenso sindacale ma il commissario ha tentato di resistere sino all’ultimo attendendo la scadenza generale del 4 maggio. Solo le fortissime pressioni di clienti come Electrolux, Bosch, Whirlpool e Snaige, che sarebbero state altrimenti bloccati nella loro ripartenza e che minacciavano di abbandonare Mel al suo destino, alla fine hanno ottenuto il risultato.
La data di lunedì 27 aprile è decisiva per la storia martoriata dello stabilimento Acc. Lunedì scadono infatti i 30 giorni che la legge Prodi assegna al commissario giudiziale, l’avvocato friulano Anna Di Pasquale, per depositare la relazione in cui attesta che Acc può entrare effettivamente in amministrazione straordinaria: o per essere ceduta a investitori terzi entro l’anno successivo o per essere risanata entro i due anni successivi.
Depositata la relazione al ministero dello Sviluppo economico, questi entro 10 giorni deposita il suo parere al Tribunale di Venezia, il quale a sua volta, entro il 27 maggio, dichiara con decreto l’apertura effettiva della procedura di amministrazione straordinaria.
In realtà, i tempi del Tribunale di Venezia, e in particolare della presidente della sua sezione fallimentare, Daniela Bruni, che è anche giudice delegato per la pratica Acc, sono normalmente assai più veloci: ci si aspetta che il decreto Acc possa essere emesso tra l’8 e l’11 maggio. A quel punto, il ministro dello Sviluppo economico Patuanelli ha 5 giorni per nominare il commissario straordinario.
Tutti a Belluno fanno il tifo per la nomina di Maurizio Castro. La legge infatti consente che il commissario straordinario sia diverso da quello giudiziale. E l’esperienza di questo mese con Anna Di Pasquale è giudicata molto negativa sia dalle organizzazioni sindacali sia, a microfoni spenti, dai dirigenti e dai funzionari di Mel.
Lo stabilimento, sotto il profilo industriale, è guidato da qualche giorno da Marco Ghiringhelli e Mauro Venturato, due consulenti della società internazionale PwC di grande esperienza e di sicura caratura manageriale.
Ma i rapporti del mondo bellunese con la Di Pasquale, che quasi sempre si presenta affiancata dal suo “mentore”, il commercialista udinese Pietro Del Fabbro, già presidente di Friulia, sono deludenti. Per esempio, nonostante le pressioni sindacali, non ci si è ancora inseriti nel procedimento pendente davanti all’Antitrust europeo per fermare l’acquisizione da parte del colosso giapponese Nidec dello stabilimento ex Acc di Fürstenfeld, che avrebbe conseguenze rovinose per Mel.
All’attuale vertice commissariale, come ha sintetizzato un delegato sindacale, lo “spirito di Mel”: quello “spirito guerriero”, a forte tensione comunitaria, che ha unito per anni, dopo le rovine lasciate dai fondi speculativi (circa 450 milioni di “buco”), il commissario, i sindaci, i sindacalisti, le maestranze, i parlamentari, l’assessore regionale, in un pacchetto di mischia che ha sfidato e sconfitto chiunque provasse a opporre resistenza alla sfida, da molti giudicata “folle”, del salvataggio.
La tensione attorno allo stabilimento è palpabile: e c’è chi teme che, se ancora una volta il ministro Patuanelli dovesse dimostrare con la scelta del commissario straordinario “sbagliato” di non credere al salvataggio dello stabilimento di Mel, la questione diventerebbe una questione di ordine pubblico. Gli operai sarebbero infatti pronti a proteste clamorose pur di impedire la fine annunciata di una storia industriale cominciata quasi 60 anni fa con il post Vajont.
Il ministro bellunese Federico D’Incà rivendica lo “spirito di Mel” e rassicura riservatamente la comunità bellunese in fibrillazione: andrà tutto bene. —
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