West nile a Modena, anche Renzo Farri morto per la zanzara killer
MODENA. Aveva le valigie pronte per partire in ferie, quella mattina di fine luglio in cui assieme alla sua compagna aveva deciso di concedersi una piccola vacanza.
Ma una febbre molto alta, persistente e refrattaria agli antipiretici e agli antibiotici, lo aveva convinto a varcare l’entrata dell’ospedale.
Una serie di cure, la diagnosi dopo alcuni giorni che si trattava del virus trasmesso dalla zanzara che da alcuni anni è molto diffuso anche in Italia.
Poi le cure di un lungo ricovero sino al decesso, con una complicanza intervenuta negli ultimi giorni di vita. È stato questo il percorso che ha portato alla morte Renzo Farri, un piccolo gigante dell’imprenditoria modenese nel campo delle onoranze funebri (ha organizzato tra gli altri le esequie di Enzo Ferrari) e spirato pochi giorni fa per l’infezione causata da una puntura di zanzara. Anche per lui è difficile trovare un rapporto causa-effetto rispetto allo stile di vita.
Casa e lavoro, così lo descrivono i suoi collaboratori; anche la vita all’aria aperta quando praticava la caccia era solo un ricordo, visto che aveva appeso la doppietta al chiodo più di vent’anni fa. Certo, la sua età (76 anni) e la scomparsa di un altro anziano ultraottantenne sempre per la stessa malattia aveva fatto credere che il virus West Nile potesse attecchire con più facilità in persone di età avanzata. Anche il decesso di un pensionato di 77 anni a Imola, il quindicesimo in regione, è servito a coltivare questa illusione, che è però svanita ieri quando le autorità sanitarie hanno dovuto registrare il decesso del modenese di 63 anni. — S.C
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