West Nile, la Bassa si allarma e l'Ausl "rassicura"

Quattro i casi accertati. L'azienda però tranquillizza: "Nella media, ma le zanzare sono decuplicate"
epa000236429 (FILES) An undated pictue of a mosquito " Anopheles quadrimaculatus " , The authorities of the health department of Florida reported on Tuesday, 20 July 2004, at least four cases of persons infected with the Nile virus in Miami-Dade county. The mosquito ''Anopheles quadrimaculatus'' is the most important vector carrying the malaria virus in the United States, and is a species found in West Nile Virus positive mosquito pools in the USA. EPA/U.S. Centers for Disease Control and Prevention
epa000236429 (FILES) An undated pictue of a mosquito " Anopheles quadrimaculatus " , The authorities of the health department of Florida reported on Tuesday, 20 July 2004, at least four cases of persons infected with the Nile virus in Miami-Dade county. The mosquito ''Anopheles quadrimaculatus'' is the most important vector carrying the malaria virus in the United States, and is a species found in West Nile Virus positive mosquito pools in the USA. EPA/U.S. Centers for Disease Control and Prevention

MODENA. Nessuna emergenza West Nile nella Bassa modenese, solo attenzione e una forte raccomandazione, ancora una volta, alla prevenzione. È questo il messaggio rassicurante dell’Azienda Usl di Modena in merito ai recenti casi di pazienti colpiti dal virus trasmesso dalle zanzare comuni. E che, per chi conosce i diretti interessati, ha suscitato preoccupazione, tra Mirandola e Cavezzo. "Finora sono quattro i casi di forma neuroinvasiva di West Nile Disease segnalati al Servizio di Igiene Pubblica dell’Ausl, di cui due riguardano cittadini residenti a Mirandola e Cavezzo", spiega una nota dell'azienda che poi aggiunge: “Non c’è una specifica correlazione tra malattia e territorio – spiega Giovanni Casaletti, Direttore del Servizio di Igiene Pubblica – ma si può ipotizzare che l’Area nord, particolarmente ricca di zone umide, costituisca terreno fertile per il proliferare delle zanzare comuni”. Questo, associato alle alte temperature intervallate da acquazzoni, ha causato l’aumento della presenza di zanzare, dieci volte superiore all’anno scorso. Il virus viene trasmesso agli insetti da uccelli migratori infetti provenienti dal Nord Africa, che nidificano proprio nelle aree umide. Dopo aver punto i volatili, le zanzare si infettano e trasmettono il virus ad altri uccelli, alimentando così il ciclo riproduttivo del virus. Occasionalmente queste zanzare possono trasmettere il virus di West Nile all’uomo. Nella maggioranza dei casi, il virus è asintomatico; in un 20% dei casi la malattia decorre come un semplice stato febbrile, trattato con antipiretici. Una percentuale molto bassa sviluppa invece complicanze con interessamento neuromeningeo, soprattutto in persone fragili, come gli anziani, o con importanti carenze del sistema immunitario. In nessun caso la persona infettata è in grado di trasmettere l'infezione alle zanzare e, tramite queste, ad altre persone. In caso di diagnosi di West Nile non è quindi previsto nessun intervento locale di emergenza. "Rispetto al numero dei casi con forme neuroinvasive segnalati, ad ogni modo, l’Ausl informa che non si tratta di una particolarità, essendo in linea con quelli riscontrati negli anni scorsi: nel 2017 erano stati 3, così come nel 2016, mentre nel 2015 ne furono segnalati 8, contro i 2 del 2014".

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