Willy deportato dal S. Pellegrino «È un pericolo per gli sciatori»
PASSO SAN PELLEGRINO. Povero Willy, gallo cedrone innamorato, ma un po’ confuso, tanto da attirare l'attenzione degli sciatori del Col Margherita, vicino al bosco dove pare viva ormai da molti anni. Lo hanno avvicinato, fotografato e filmato in tanti nei giorni scorsi. L'altra domenica sono arrivati molti fotografi amatoriali, con cannocchiale e teleobiettivo, per filmare il gallo innamorato: «Dov’è Willy?». Da quella parte. E' finita che i forestali della provincia autonoma di Trento - ieri mattina - lo hanno catturato (operazione non certo difficile che ha richiesto pochi minuti) e portato in un altro luogo, più riservato, dove potrà trovare una compagna, lontano dagli sciatori che per lui, così confidente, potevano anche essere un pericolo.
«Troppa confidenza non va bene», spiega un forestale, «sono animali selvatici e tali devono restare». La storia di questo gallo cedrone parte in realtà da lontano, battezzato Willy perché così si chiama un operatore delle piste da sci del passo San Pellegrino che ogni mattina incontrava il gallo quando era ora di aprire al pubblico il tracciato, verificando che fosse tutto a posto. Parliamo di una pista che non è percorribile per l’intera stagione: dipende dall’innevamento e dalle temperature. Ma nelle scorse settimane gli avvistamenti sono stati molto numerosi, tanto che tra i forestali c'è stato anche il timore che il gallo potesse rappresentare un pericolo: «Che succede se uno sciatore si trova all'improvviso davanti un gallo cedrone durante la discesa?».
E poi c’era il grande timore che qualcuno potesse approfittare della confidenza di quell’urogallo - specie protetta - per, diciamo così, portarselo a casa. Alla fine all'ufficio faunistico hanno affrontato la questione e hanno deciso che Willy andava trasferito. Dove? Non lo dicono, ma sanno benissimo dov'è, visto che gli hanno messo anche un radio collare. E mentre fa notizia il gallo Willy, tutti ricordano ancora l’inverno 2010-2011 quando sul versante opposto del passo San Pellegrino, lungo le piste di Cima Uomo, i maestri avevano “adottato” il volpacchiotto Gino che a fine stagione era diventato una celebrità, protagonista di una serie di fotografie. Dicono che avesse imparato pure il suo nome.
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