Wwf in campo: bocciata la ferrovia Feltre- Primolano
FELTRE. Pendolari favorevoli, ambientalisti contrari. L’ipotesi di costruire una linea ferroviaria di collegamento tra Feltre e Primolano ha riacceso il dibattito degli esponenti locali. Oggi tocca al comitato Wwf bellunese che parla per bocca del suo referente Augusto De Nato. «Parliamo di un tratto ferroviario dal costo di 200 milioni di euro che per questioni tecniche, raggi di curvatura e pendenze non può svilupparsi in un unico rettilineo, ma deve seguire un tracciato molto invasivo. Parliamo di una tratta lunga 18 chilomentri che scende fino a Primolano. Sarà una ferrovia che dovrà scavalcare o passare sotto a una strada statale per quattro volte, per la quale andrà costruito un viadotto sul torrente Cismon, scavate due gallerie ed eretta una nuova stazione. Tutto questo in un ambito intensamente edificato in una parte e di un certo prestigio, tant’è che è tutelato da una Zona di protezione speciale», sottolinea De Nato.
«Verrebbe creato un bel disagio nell’area urbana e l’impatto ambientale sarebbe di una certa consistenza. Il tutto per fare cosa? Si dice per chiudere l’anello delle Dolomiti. Faccio fatica a pensare che si voglia realizzare una ferrovia per scopi turistici quando il tratto che va da Feltre a Castelfranco e poi verso Bassano e su verso Trento lungo la Valsugana è già realizzato e dal punto di vista paesaggistico è di pregio superiore al tratto che da Feltre ci porterebbe ad Arsié», esclama l’ambientalista, che aggiunge: «Serve forse per portare le merci che dal bellunese salgono verso il Brennero? Ad un convegno fatto qualche anno fa a Belluno», ricorda il referente, «l’allora responsabile delle ferrovie disse che non c’erano flussi tali di merci da giustificare una ferrovia di quel tipo. Diceva anche che per le merci si poteva recuperare il tratto esistente e sottoutilizzato Feltre – Castelfranco – Bassano – Primolano».
Per le merci certo, non certo per i pendolari. «Lo stesso diceva che non c’era nemmeno flusso di persone tale da giustificare la costruzione della Feltre-Primolano perché il flusso ha direzione prevalente verso Venezia e Padova. Vero è che i flussi si creano in base alle offerte, ma quando ci sono presupposti necessari, non come in questo caso che a mio modesto parere mancano totalmente. L’unico progetto che si conosca è quello dell’ingegner Baccega depositato al comune di Feltre: siamo certi che impegnare i Fondi per Comuni di confine in nuovi studi di fattibilità sia il modo migliore di investirli? Non sarebbe più indicato usare quei fondi per mettere in sicurezza il percorso ciclabile verso Primolano o magari per studiare il percorso ciclabile verso il Primiero? Non sarebbe più opportuno indirizzare i fondi a potenziare realmente i tracciati che interessano la nostra provincia o la Regione Veneto?». La discussione è aperta. (f.v.)
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