Zafferano coltivato a Cesio a ottobre il primo raccolto

Una trentina le adesioni al progetto lanciato dalla cooperativa Pedemontana Corona: «L’obiettivo è inserire il pregiato prodotto nell’elenco delle tipicità»
Di Laura Milano

CESIOMAGGIORE. Una riunione operativa, una trentina di adesioni, le prime coltivazioni e dalla fine di ottobre, lo zafferano potrebbe già entrare nella lista dei prodotti tipici locali del territorio feltrino. La cooperativa Pedemontana, presieduta da Remo Corona, ha creato le premesse per la raccolta, dal pistillo del fiore di zafferano, della spezia preziosa che può arrivare a venti euro al grammo. Si è invitato nella sede della pro loco di Busche, Massimiliano Gnesotto esperto coltivatore di zafferano in Asiago, che ha parlato delle origini della spezia, di tecniche di coltivazione, di trasformazione e confezione a norma di legge. E al termine della lezione, sono stati prenotati i bulbi a prezzo di favore.

L'associazione Pedemontana è pronta, il terreno di Cesio ha le caratteristiche giuste e l'amministrazione comunale dà il suo beneplacito. «Questo tipo di coltivazione dà frutti vantaggiosi e incide poco», dice il presidente di Pedemontana, Remo Corona. «Basta avere un pezzetto di terra, al pari di un orto, ed è sufficiente acquisire le competenze di base e darsi la pazienza di sfilare delicatamente con le mani il prodotto, quando è ora, cioè a fine ottobre, senza farsi fermare dalla pioggia».

Insomma, non servono attrezzature complicate, ma solo una discreta manualità, non è necessario l'utilizzo di diserbi e fitofarmaci ma semmai di una vanga che si usa per dissodare il terreno. Bastano l'impegno di apprendere tecniche elementari e naturali e la volontà di curare piccole coltivazioni: «L'idea è quella di dare il via a un progetto e di consolidarlo, con la speranza di poter inserire anche lo zafferano fra i prodotti tipici di un territorio, quello cesiolino, già rinomato per la coltivazione della patata doc e del miele selezionato e prodotto dalle api carniche dell'incubatoio in Val Canzoi», dice Corona. Che aggiunge: «La coltivazione di questa spezia è una novità per i nostri territori, e speriamo che possa trovare in tutti noi una visione unitaria su come proporre lo zafferano ai consumatori, negozianti, ristoratori e amici, sotto un'unica immagine e confezione. Per ora pensiamo a produrne. Poi avremo il tempo per studiare le modalità più adatte, in termini di efficacia, per offrire al pubblico il nostro prodotto».

Nel mese di maggio, intanto, è programmata una visita all'azienda Gnesotto di Asiago per vedere le coltivazioni e degustare la spezia. E nei mesi autunnali, ci saranno altri incontri per una valutazione della coltivazione locale e della raccolta.

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