Zaia: «Mancano i fondi, l’aeroporto a Cortina non si fa»
Il presidente ricorda: «L’avevo sostenuto anch’io ma quel progetto di iniziativa privata non esiste più». Tra sfide logistiche e nuove infrastrutture, si attende la decisione sulla cabinovia Apollonio-Socrepes, cruciale per le Olimpiadi Invernali 2026
L’aeroporto di Cortina no; non ci sono i tempi e nemmeno le risorse. L’eliporto invece sì. E magari anche un pezzo di Villaggio Olimpico. È quanto auspica il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, all’indomani della presentazione del libro sull’Autonomia, all’appuntamento con Una Montagna di libri a Cortina.
Lo incontriamo alla vigilia del nuovo anno ad Orsago, in provincia di Treviso, e ci ricorda che lui era stato il primo fautore dell’aeroporto a Fiames, ma adesso precisa: «Mancano i presupposti». Anche se a sponsorizzare il progetto resta sempre il ministro del turismo, Daniela Santanché, in questi giorni ospite nella città ampezzana.
«L’aeroporto di Cortina è una partita che, come si sa, io ho sostenuto, a suo tempo, quando», ricorda Zaia, «c’era la disponibilità di un investitore privato ad intervenire. Ma da anni, ormai, mi sembra che sia un progetto morto e sepolto. E che non sia più riesumabile. Certo è che quanto meno, un’elisuperficie all’avanguardia proprio ci vuole».
Era il 2017, quando ancora non si era palesata la candidatura olimpica della Regina delle Dolomiti, che la cordata di imprenditori capitanati da Fabrizio Carbonera, ossia “Cortinairport”, procedeva progettualmente per riaprire l’aeroporto Sant’Anna di Fiames. E riusciva ad ottenere dall’Enac un parere positivo al preliminare, indicando alcune linee guida da seguire per realizzare il progetto definitivo. Enac, in sostanza, avallava allora l’idea, a sentire Carbonera, che il sito venisse utilizzato da aerei con un massimo di 19 posti.
«Si tratta di macchine che costano dai 10 ai 15 milioni di euro l’una», puntualizzava Carbonera all’epoca. Il maggior investitore era allora il trevigiano Bruno Zago, coinvolto anche nell’aeroporto di Asiago. Imprenditore che oggi è in difficoltà. E già 8 anni fa l’allora sindaco Gianpietro Ghedina palesava tutta la sua perplessità. Anche se con l’aereo, tra Milano e Cortina s’impiegherebbero 45 minuti, anziché le 6 ore di oggi. Roma sarebbe raggiunta in 75, Montecarlo in 65, Monaco in 50. Serviva, a quel tempo, una cifra più vicina ai 15 milioni, piuttosto che ai 10. L’intento di Carbonera era di riaprire l’aeroporto (chiuso dal 31 maggio 1976, a seguito di un incidente) in tempo per i Mondiali di sci del 2021, ma ciò che non avverrà neppure per le Olimpiadi.
E mai più in futuro, stando alle premesse di oggi, che vedono invece possibile un’aviosuperficie, guarda caso al posto del Villaggio Olimpico. Ed è uno dei motivi per cui l’amministrazione Lorenzi è assolutamente favorevole alle removibilità del villaggio stesso.
L’altra sera il presidente Zaia ha incontrato il sindaco Gianluca Lorenzi, a margine dell’appuntamento con Una montagna di libri ma, assicura: «Di questo non abbiamo parlato. La Regione non vuole fare ingerenze rispetto alla programmazione territoriale. Ma certamente resta disponibile alla resilienza del Villaggio. È innegabile infatti che l’emergenza che sta esplodendo è quella dell’accoglienza dei lavoratori. Tra l’altro, Cortina, con i nuovi visitatori che si ritroverà dopo le Olimpiadi, vedrà incrementare queste esigenze».
Quindi? «Auspico che si trovi una soluzione», afferma il presidente.
Intanto a Cortina è attesa a giorni la convocazione della Conferenza dei Servizi decisoria per dare l’atteso via libera al collegamento con cabinovia tra la località Apollonio, all’ingresso della città, e Socrepes.
Se ritardasse questa autorizzazione, la Società Infrastrutture Milano Cortina si troverebbe nella impossibilità di realizzare l’impianto in tempo per le Olimpiadi. Sono necessari almeno 7 mesi, più probabilmente una decina.
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