Zaia ai leghisti bellunesi: "C'è una questione morale"
"Chi ruba non commette solo reato, tradisce un’idea, il popolo, la fiducia. Il nostro partito ha il dovere di fare una riflessione interna, abbiamo l’obbligo di porre la questione morale". Lo ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia ai leghisti bellunesi che hanno partecipato alla scuola di formazione del partito

BELLUNO.
«Se vi invitano a cena, sappiate che non siete diventati improvvisamente interessanti nè simpatici». Luca Zaia interviene alla prima giornata della scuola di formazione della Lega Nord e subito dà la sveglia agli “studenti”, perché il movimento non è immune dalla corruzione e il timore di essere trascinati tutti nel fango è alto. Il presidente della Regione ha parlato alla folta di platea di amministratori e giovani aspiranti del Carroccio, toccando anche altri argomenti di attualità.
La questione morale.
Ma a Zaia preme lanciare la questione morale, perché nelle ultime settimane gli scandali nella Lega Nord non sono mancati. «Il partito crede nei giovani, ma non siamo gli yuppies degli anni ’80, ci vuole predisposizione e bisogna ricordare che abbiamo una grossa responsabilità: chi ruba non commette solo reato, tradisce un’idea, il popolo, la fiducia. Il nostro partito ha il dovere di fare una riflessione interna, abbiamo l’obbligo di porre la questione morale. Anche tra di noi c’è chi pensa che la politica sia una scorciatoia, ma essere ambiziosi è diverso dall’arraffare». Zaia spiega perché rifiuta molti inviti a cena: «Chi vuole incontrarmi può venire nel mio ufficio, lì sono tutti uguali, così si fa amministrazione. Attenti ai linguaggi e agli atteggiamenti, attenti a non fare errori come andare a cena con un appaltatore, è così che nasce il malaffare». Zaia guarda con un po’ di preoccupazione ai nuovi arrivati: «Siamo un partito ricco e voi siete l’anello debole, perché facilmente raggiungibili e non dovete fare errori».
La prima regola da ricordare è che tutti i segreti sono di Pulcinella: «Alla fine le cose vengono fuori, non pensiate che qualcuno tenga i segreti, i giornali scoprono tutto. Siate trasparenti. Il movimento può essere fermato solo a causa degli errori dei singoli, alla Lega basta una sbavatura per finire nei guai». In secondo luogo no alle personalizzazioni, senza un team non si va da nessuna parte. Zaia cita Rousseau, con lieve aggiornamento: «Il popolo delega, ma il popolo ne ha le palle piene di vedere che da tre mesi si parla di un appartamento a Montecarlo. Noi perdiamo se perdiamo il legame con il popolo».
Ancora ombre nelle parole di Zaia: «I prossimi anni non saranno facili per noi leghisti, fatevi trovare pronti e perfetti. Ci attaccheranno, cercheranno in tutti i modi di farci male perché siamo il partito del popolo e la rivoluzione silenziosa parte da lì».
La Costituzione.
Zaia arriva addirittura ad esaltare la Costituzione, nata federalista nella mente dei padri costituenti. Zaia cita Einaudi e il siciliano fondatore della Dc Don Sturzo: «Federalisti veri, avevano capito che senza autonomia i territori vanno i fibrillazione, ma dal 1948 in poi ogni giorno a Roma c’è qualcuno che si alza e porta via ai territori, gestendo la Costituzione in modo centralista».
L’inno.
Sobrietà resta il filo conduttore: «Evitiamo sovraesposizioni da leghisti, non serve stamparsi il sole delle Alpi addosso, basta essere leghisti dentro», suggerisce il presidente. «L’inno nazionale è l’ultimo dei nostri problemi. I problemi sono i 75 mila disoccupati del Veneto, i 100 mila in cerca di un lavoro, la disoccupazione intellettuale. Sicurezza, occupazione, federalismo: dobbiamo dirlo, queste sono le nostre priorità».
Federalismo.
La prossima settimana verranno affrontati i decreti attuativi e non ci sarà niente di facile: «Il centralismo è un’araba fenice, le difficoltà non mancheranno. I costi standard però sono indispensabili: forse i veneti non ci guadagneranno niente, ma non importa. Se il sud eviterà gli sprechi nella sanità e negli altri servizi, avremo comunque dei vantaggi».
Sanità.
Zaia cita i 5 miliardi di buco della sanità del sud, ma i bilanci in negativo sono anche anche nel Veneto, vedi i 200 milioni di disavanzo dell’Usl 12 di Venezia segnalati dal dirigente dell’azienda sanitaria. Ma qual è il debito complessivo del Veneto? «Io non lo so», afferma il presidente della Regione, «e ho diritto di vedere i numeri come voi, i conti li faremo vedere a tutti. Ho chiesto ai dirigenti delle Usl di fare i conti e di darmi il quadro complessivo, oltre a dover fare i piani di rientro. Quelle informazioni saranno il nostro punto di partenza». Zaia non intende fare prigionieri, nè consumare vendette nei confronti dei predecessori. «Se ci sono dei problemi si affrontano, penso che i nostri tecnici troveranno le soluzioni e per soluzione intendo garantire servizi sanitari eccellenti, come è sempre stato».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Leggi anche
Video