Zaia da Malagò per le Olimpiadi 2026

L’incontro è in programma la prossima settimana. «Due candidature simili e una terza con le carte giuste che peseranno»
Sofia Goggia of Italy in action during the women's SuperG race at the FIS Alpine Skiing World Cup in Cortina d'Ampezzo, Italy, 29 January 2017. ANSA/ANDREA SOLERO
Sofia Goggia of Italy in action during the women's SuperG race at the FIS Alpine Skiing World Cup in Cortina d'Ampezzo, Italy, 29 January 2017. ANSA/ANDREA SOLERO

CORTINA. La prossima settimana Luca Zaia incontrerà Giovanni Malagò, capo del Coni, per anticipargli i contenuti della candidatura Cortina Dolomiti per le Olimpiadi 2016. Una candidatura, fra l’altro, contro lo spopolamento della montagna (“sono troppi mille bellunesi in meno ogni anno”). E quindi, i Giochi invernali come occasione di rilancio. E, in questa prospettiva, il governatore conferma che firmerà presto la convenzione con Trento per il collegamento ferroviario fra la Valsugana con Feltre, anche in vista dell’elettrificazione.

Solleciti in questo senso erano arrivati nei giorni scorsi da De Menech e da Mauro Gilmozzi, assessore trentino. Ieri Zaia ne ha parlato alla presentazione a Ca’ del Poggio della tappa del Giro d’Italia tra Tolmezzo e Sappada.

Nessun problema, dunque, con Malagò?

«Nessun problema con Malagò. La candidatura di Cortina non è contro qualcuno, ma come possibile alternativa alle altre candidature metropolitane. Debbo aggiungere, fra l’altro, che con Malagò ho un ottimo rapporto. Riconosco che lui è il dominus. Io non voglio tirarlo per la giacca (come non lo farò con il governo che verrà). Spiegherò a Malagò come la nostra candidatura, allargata a tutte le Dolomiti, quindi anche a Trento e Bolzano, nell’eventualità anche al Friuli con Sappada, è effettivamente alternativa a quella delle due metropoli e, quindi, la valutazione deve essere alla pari».

Ha la sensazione che sia tutto già deciso?

«Ci mancherebbe. So che il presidente del Coni è persona corretta e trasparente. Credo che Malagò abbia ben chiaro che ci sono due candidature con similitudini, cioè Torino e Milano, ed una terza che fa da outsider portatrice di atout che peseranno sulla decisione. Ci interessa che ci sia una visione alternativa sui territori della neve».

State già mettendo mano al dossier per il Cio?

«Sì, è ovvio. Abbiamo individuato anche i componenti del comitato, persone autorevolissime. Che non anticipo. Posso confermare che Cortina sta raccogliendo un sacco di adesioni da tutta Italia e anche in ambito internazionale. D’altra parte è un must, conosciuto in tutto il mondo. Ci stiamo preparando, con i migliori esperti, a rispondere puntualmente alle oltre 100 domande che il Cio ci farà. Cortina, lo ripeto, è un brand mondiale per cui abbiamo delle eccellenze da spendere che certamente peseranno nella decisione».

Nei confronti di Torino e Milano, quale sarà la carta vincente di Cortina?

«In una città il giorno dopo l’evento si spengono i riflettori, e magari si smantella tutto, da noi il giorno dopo si inizia ad andare all’incasso di una promozione che durerà anni. E le strutture serviranno per il turismo estivo, dopo quello invernale. E magari anche per trattenere la nostra gente sulle terre alte. La montagna ha bisogno come l’ossigeno di un evento come questo. Nulla di ciò che prepareremo per i Mondiali di sci 2021 e per le Olimpiadi sarà “usa e getta”».

Nel dossier entrerà anche l’anello ferroviario delle Dolomiti?

«Senz’altro sì. Ma se lei si riferisce al collegamento tra la Valsugana e Feltre, le assicuro che non aspetteremo le Olimpiadi per realizzarlo».

Ma quando firmerà la convenzione con Trento per lo studio progettuale?

«Le confesso che io ed Ugo Rossi, il presidente di Trento, volevamo firmarla nell’incontro che abbiamo avuto di recente a Venezia, insieme ad Arno Kompatscher di Bolzano. Poi ci siamo proposti di organizzare un evento ad hoc, anche per spiegare il progetto; non si tratta solo di un mero collegamento. Quindi ci diamo appuntamento a breve».

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