Zaia e i passi chiusi: «Basta sperimentare, adesso collaboriamo»
Il governatore del Veneto si rivolge alle province di Trento e Bolzano ma anche al Governo visto che le strade coinvolte dal blocco sono statali
LIVINALLONGO. «Gli amici di Trento e Bolzano prendano atto del flop e sospendano la sperimentazione dei green days».
Lo chiede Luca Zaia sulla base – come tiene a sottolineare – degli ottimi rapporti tra il Veneto e le province di Trento e Bolzano.
«Sinceramente immaginavo, considerata l’insistenza di Trento e Bolzano per la sperimentazione sul Passo Sella, che i numeri fossero più appaganti. Ma a deludere e a preoccupare sono i dati relativi alla mancata affluenza sui nostri passi, il Pordoi ed il Campolongo in particolare. Mi è stato riferito che dopo un avvio di settimana molto promettente, la giornata di ieri si è risolta in un “deserto dei Tartari”. Esattamente come avevamo previsto».
Per la verità c’era chi aveva previsto, al contrario, grandi affari per i passi aperti.
«Ma come? È evidente che gli automobilisti non hanno fatto distinzione tra un passo aperto ed uno chiuso, semplicemente sono rimasti a casa oppure hanno cambiato itinerario».
Non ha funzionato la comunicazione?
«La comunicazione ha provocato un duplice danno. Da una parte è stata insufficiente, dall’altra si è rivelata sbagliata. Ed il risultato è che noi ci troviamo a pagare le conseguenze non tanto di sette ore di chiusura, quanto i danni di un messaggio negativo e cioè che i nostri valichi sono insicuri e che l’automobilista può un giorno trovarsi di fronte ad uno stop inimmaginabile in un contesto di straordinaria bellezza come questo».
Chi paga, adesso?
«Mi auguro che i vertici delle due province facciano il bilancio della giornata e non proseguano con altre sperimentazioni. Mi permetto, però, di chiamare in causa anche il Governo. Le strade coinvolte sono statali. Roma, quindi, non può fingere di non avere competenze. Mi auguro che prima del nostro ricorso, chi di dovere, a Bolzano piuttosto che a Trento o a Roma, prenda una saggia decisione. Troviamo insieme, questo è il mio invito, altre forme di promozione delle terre alte. E soprattutto non facciamo passare il messaggio che l’inquinamento è provocato dalle auto sui passi, quando tutti sappiamo che il problema sta nel riscaldamento o nell’eccessivo traffico nei fondovalle».
Un sondaggio del Corriere delle Alpi ha dimostrato che il 57% vuole raggiungere i passi in auto.
«La montagna ha bisogno di frequentazione, non di abbandono. Certo, l’approccio deve essere compatibile».
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