Zaia e Tosi nelle piazze divisi anche sulle Usl
BELLUNO. Piazza dei Martiri divisa in due. Da una parte il governatore del Veneto, Luca Zaia. Dall’altra il sindaco di Verona Flavio Tosi, che si è presentato con una lista autonoma dopo la frattura con il Carroccio di Salvini. I due hanno iniziato la sfida elettorale nel centro cittadino verso le 17.30, prima di salire sul palco del Teatro comunale insieme agli altri candidati alla presidenza del Veneto.
«Sembra che la sola preoccupazione sia chi c’è dall’altra parte della piazza», ha detto Zaia sorridendo, circondando dai suoi candidati bellunesi davanti al Manin (di poche ore fa la notizia che le liste “Indipendenza noi Veneto” a Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Verona e Vicenza saranno regolarmente presenti a sostegno di Zaia, ndr). «Io invece vorrei parlare dei bellunesi e dei loro problemi. Da sempre dico che la specificità è diversa dall’autonomia. Io sono a favore della specificità, ma la questione non prescinde da risorse e finanziamenti. E i bellunesi, giustamente, vogliono tasse che restino per i nove decimi sul territorio».
Zaia ha inoltre ricordato i pesantissimi tagli che hanno colpito il bilancio regionale. «Roma ha tagliato e continua a farlo», ha sottolineato. «Nonostante questo, siamo riusciti a investire, negli ultimi 5 anni, 111 milioni di euro in nuove opere di viabilità nel Belluno. E sul fronte del prolungamento della A27, a ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo è ancora il fatto che c’è qualcuno al di là delle montagne che non vuole che la distanza venga ridotta». Tra i sostenitori di Zaia arrivati in piazza anche Silvano Serafini, alias “Orso Grigio”, che per l’occasione ha consegnato al governatore uscente una statuetta in cui un leone di San Marco insegna la “creanza”, mordendola, a una lupa capitolina. Su un altro tema cruciale, l’unificazione delle due Usl, Zaia ha ricordato di averla proposta già nel 2010 come soluzione da percorrere.
Di opinione completamente contraria Tosi, accompagnato dai candidati delle sue liste davanti al Teatro comunale. «Il pericolo che ha sempre vissuto il territorio bellunese è il depauperamento della rete ospedaliera», ha evidenziato, «e l’unificazione porterebbe il rischio di andare in questa direzione. Nel resto del Veneto è opportuno procede a una riorganizzazione per unificazioni. A Belluno no. Ci sono altre leve per fare risparmio, per esempio sulla logistica».
E ciò che Tosi rimprovera di più a Zaia è la latitanza: «Da quel che ne so io l’attuale presidente ha messo ben poche volte piede in territorio provinciale. E questa lontananza porta anche a stare distanti dall’affrontare i problemi. I bellunesi hanno ragione a sentirsi abbandonati».
Le idee del sindaco di Verona sono chiare anche su un’altra questione. «Garantire un assessore dedicato alla montagna bellunese non sarà difficile e, al di là delle promesse, chiunque sia il vincitore dovrà impegnarsi in questo senso. E nel bilancio regionale quella della specificità non è una cifra difficile da coprire. Se approvi la legge, deve esserci la buona volontà di applicarla».
Un’altra via percorribile, per Tosi, è quella della creazione di una macroregione del Nordest, applicando l’art. 132 della Costituzione. Aria di “maretta” si respira invece all’interno della lista “Tosi per il Veneto”. «Non mi vedo a essere rappresentata da Diego Vello», ha detto a margine l’ex assessore provinciale Daniela Templari.
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