Zaia: «Favorevole al referendum sull’autonomia di Belluno ma c’è molto da fare»

Il presidente veneto sollecita Palazzo Piloni ad avviare le incombenze necessarie. Bogana: «È tutto previsto, il tempo c’è»
BELLUNO. «Favorevole al referendum della provincia di Belluno, a patto che vengano rispettate tutte le regole». Luca Zaia, presidente della Regione, ha già affermato che al referendum bellunese voterebbe Sì, ma in quella stessa data, il 22 ottobre, è già previsto il referendum regionale, che ovviamente per Venezia ha la priorità.


«Non abbiamo nessuna riserva nell’ospitare nelle urne la scheda della Provincia di Belluno insieme a quella sul quesito referendario del 22 ottobre 2017», commenta Zaia. «La Regione è favorevole all’iniziativa ma prima dovranno essere verificate una serie di attività burocratiche». E a proposito dei costi, che Belluno vorrebbe poter contenere, il presidente chiarisce: «Non possiamo accollarci ulteriori costi che non rientrano nelle nostre competenze e occorre che venga effettuato un attento controllo sulla documentazione prodotta dalla Provincia utile all’indizione della consultazione. La giunta regionale infatti - ha aggiunto - non può correre il rischio di doversi giustificare davanti alla Corte dei Conti per eventuali spese aggiuntive. È necessario accertarsi inoltre che la consultazione popolare sia compatibile con tutta la normativa esistente».


L’elenco delle cose da fare per organizzare il referendum, infatti, è notevole ed è contenuto in una delle comunicazioni trasmesse alla Provincia dalla Regione Veneto. Si va dalla predisposizione del materiale (schede, modulistica, avvisi per gli elettori residenti all’estero) al raccordo con le istituzioni coinvolte (uffici giudiziari, ministero dell’Interno e dell’Istruzione), in particolare la Prefettura per tutti gli adempimenti su liste elettorali, tessere elettorali, materiali, nomina dei presidenti di seggio, ordine pubblico.


«Sono tutte cose che abbiamo messo in conto», assicura la presidente della Provincia facente funzioni, Serenella Bogana, che ha convocato il consiglio provinciale domani mattina per la ratifica della decisione dell’assemblea dei sindaci e il via definitivo al referendum: «Subito dopo prenderemo appuntamento con Zaia e con l’assessore Gianpaolo Bottacin per vedere come risolvere tutte le questioni. Finché non c’è la delibera è inutile parlarne. Da lunedì cominciamo a ragionare».


Bottacin conferma la problematica dei costi: «Abbiamo fatto tutte le verifiche del caso ed è previsto che ogni ente si accolli il 50% della spesa. Da questo non si esce e la Corte dei Conti è tassativa, dopodiché si può ragionare sui risparmi. Comunque siamo qua, disponibili a lavorare con la Provincia e a fare tutto quello che è possibile».


Nel frattempo anche i Comuni di Falcade e Canale d’Agordo vorrebbero poter sfruttare la data del 22 ottobre per il referendum sulla fusione: «Entro la fine del mese di luglio», spiega il sindaco di Falcade Michele Costa, «il consiglio regionale prenderà la decisione definitiva sul nostro referendum e contestualmente indicherà la data. Noi, in via informale, abbiamo chiesto al presidente della prima Commissione di votare il 22 ottobre, un po’ per contenere i costi, ma soprattutto per evitare che i cittadini, che hanno già votato a giugno, siano chiamati alle urne in troppe occasioni ravvicinate».


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