Zaia: "Litigare con Galan? Non parlo mai di lui"

Il governatore veneto senza freni nell'ultimo appuntamento di Cortina Incontra. Lega protagonista sia nella conca ampezzana che alla festa del Carroccio a Domegge
L’Audi Palace affollato per ascoltare Luca Zaia
L’Audi Palace affollato per ascoltare Luca Zaia
CORTINA.
«Perché lei e Galan continuate a litigare?» stuzzica Enrico Cisnetto, dal palco di CortinaIncontra. Risponde Luca Zaia, Governatore del Veneto: «Vi sfido a trovare una dichiarazione su di lui...». «Allora è Galan a litigare con lei?». Zaia risponde sorridendo. «C'è un'osservazione di fondo da fare ed è che Galan parla come se io non guidassi una coalizione in cui c'è anche il Pdl. Il Pdl e la Lega non sono spariti».


«In ogni caso - riflette Zaia sulle critiche del predecessore - ho un sacco di altre cose a cui pensare e ritengo che anche un ministro abbia altro su cui riflettere».


Ma questa - gli obietta Cisnetto - è una risposta democristiana. «Lei, evidentemente, li conosce bene i Dc, io no» replica Zaia. «Io, per la verità, sono stato repubblicano di La Malfa». Davvero frizzante il governatore nel penultimo appuntamento per il popolo dei Cisnetto. E l'ombra di Galan è stuzzicante. L'ex presidente, per esempio, è accusato proprio dalla Lega di non aver voluto il rinnovo dello Statuto. «Dopo 40 anni è un atto di dignità», sostiene, invece, il successore. Ma quel «prima il Veneto» che non piace così tanto a Galan? Perché dovremmo investire sull'immigrato 'mordi e fuggi', e che quindi è di passaggio - risponde Zaia - che non ha intenzione di stabilizzarsi in Regione? E per quanto riguarda i rom? «Contro di loro non ho aperto nessuna campagna», tranquillizza il presidente, «ma alla Chiesa che invoca il rispetto della dignità della persona, osservo che la dignità si promuove se il rom si integra e trova casa».


Con la Chiesa il Carroccio non ha rapporti facili. Zaia lo ammette. «Dipende - precisa - dagli interlocutori dentro la Chiesa». Con il patriarca Scola, per esempio, non ci sono problemi, tanto che Zaia stesso lo ha invitato a Palazzo Balbi, in visita ufficiale, il 16 settembre. Ritorniamo a Galan e ai suoi 'distinguo' rispetto a Zaia. Sugli Ogm, per esempio. L'attuale ministro dell'agricoltura è favorevole alla ricerca, sperando che sgombri il campo da ogni equivoco. Zaia no; è contrario alle produzione geneticamente modificate e quindi anche alla ricerca. Come è contrario al nucleare in Veneto («perché la regione è troppo urbanizzata»). Per quanto riguarda banche e Fondazioni, anticipa che al momento opportuno vi saranno cambi dei vertici, con l'inserimento di "amici", o meglio - si è subito corretto Zaia - di persone che garantiscano risorse al territorio. Ad esempio?

«Meno finanziamenti alle mostre, più ai disoccupati». Anche sulle Fondazioni, dunque, sventolerà il vessillo di San Marco. «Ha più di mille anni, rappresenta le nostre radici, e c'è chi - si rammarica Zaia, pensando in particolare a dirigenti scolastici e di enti pubblici - ha remore nell'esporlo. Proprio non li capisco». Infine la politica. Zaia non esclude del tutto le elezioni anticipate. Il discrimine sarà, a suo avviso, il voto dei finiani sui decreti attuativi del federalismo.


«Il Parlamento è sovrano e occorre portare alla gogna pubblica chi non darà corso agli impegni presi con i cittadini» ha poi puntualizzato l'ex ministro dell'agricoltura. «Vedo una situazione politica disdicevole nel senso che noi dobbiamo pensare che i cittadini ci hanno dato un grande consenso per governare. Abbiamo un bel programma di governo, dettagliato e puntuale». E la possibile fusione tra Pdl e Lega, in futuro, come ipotizzato all'Audi Palace nei giorni scorsi? «E' impossibile, risponde Zaia. «Questo garantisce la sopravvivenza del centrodestra: noi non abbiamo interesse ad avere un Pdl debole. Una coalizione è forte se tutti i componenti sono forti».

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