Zaia rassicura: Neurochirurgia non si tocca
«I patti tra le due aziende e la Regione saranno rispettati con l’assunzione del personale che manca»

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BELLUNO. «Pacta sunt servanda», assicura Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. «Anche se non è vero», replica Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl 2 di Treviso al collega Adriano Rasi Caldogno, a capo dell’Usl 1 Dolomiti, «che abbiamo quattro medici in più, semmai ce ne mancano due».
Stiamo parlando di Neurochirurgia, all’ospedale San Martino di Belluno. Il servizio dipende da Treviso, che lo gestisce da tempo. Gli otto medici che fanno da pendolari fra i due capoluoghi sono allo stremo delle forze. Ieri, a Treviso, a margine di un’inaugurazione in ospedale, nell’attesa di Zaia e di Benazzi palesavano tutte le loro difficoltà perché le prestazioni riguardano varie branchie e, in ogni caso, le situazioni più complicate vengono dirottate su Treviso. «Io posso dire soltanto», precisa Zaia, «che i patti tra le due Aziende e con la Regione saranno rispettati, se necessario anche con l’assunzione del personale che manca». «I problemi», spiega Benazzi, «derivano dal pensionamento del primario e dalla mancanza di due neurochirurghi. Per la copertura dobbiamo fare i concorsi, attingendo dalla graduatoria. Un’operazione che non è semplice. Faremo uno sforzo, risolveremo il problema, ma intanto saremmo costretti a chiedere agli altri neochirurghi qualche ulteriore sacrificio».
Questione di un mese, forse due. Si cercherà un accordo con l’Usl di Vicenza, che ha un’attività minore di neurochirurgia e che dispone di un medico in più. L’ospedale di San Martino, in sostanza, non rimarrà sguarnito dell’importante servizio. E, d’altra parte, il presidio ospedaliero di Treviso non ha nessuna intenzione di assorbirlo. O anche solo di minarne l’autonomia. Su questo ieri sono stati chiari sia il presidente Zaia che il direttore Benazzi.
Il coordinatore dell’Usl 2 dà ampie rassicurazioni anche per Cortina. L’Oras di Motta di Livenza dipende da Treviso. «Ora la società sta lavorando bene, apre anche i posti letto per una nuova attività riabilitativa. Ma», conferma Benazzi, «è il futuro che conta, il bando europeo che la Regione promuoverà a settimane. Arriverà un nuovo soggetto…». Come? L’Oras non intende partecipare al bando? «Non conosco i presupposti del bando, se ci saranno quelli appropriati», aggiunge, «l’Oras concorrerà”». Ed è quanto lascia intuire anche il presidente Zaia: «A Cortina vogliamo realizzare un ospedale come si deve. In vista dei Mondiali di sci, ma non solo. Avevamo annunciato nuove specialità e queste stanno arrivando. Abbiamo investito 20 milioni. Bene, dove sono», chiede polemico il governatore, «tutti quei soloni che due anni fa ce ne dicevano di tutti i colori perché stavamo portando il Codivilla alla rovina? Perché con onestà oggi non ammettono che abbiamo mantenuto le promesse?».
Le domande diventano punti esclamativi quando sottoponiamo al presidente altre due emergenze del Bellunese. Il punto nascita di Pieve di Cadore, per primo. «So che ci sono delle difficoltà. Provvederemo a reperire il personale che manca. Ma è un iter complesso. I cadorini, in ogni caso, stiano tranquilli: la Regione non chiuderà nessun punto nascita. La chiusura, semmai, la vuole il ministro Lorenzin».
E poi l’elisoccorso notturno. «Ho voluto questo servizio ancora nel 2012. Il nostro impegno», sottolinea Zaia, «è mirato a ottenere le autorizzazioni quanto prima e a poter svolgere delle sperimentazioni già quest’anno». E da Pieve di Cadore con la piazzola già operativa, in attesa della nuova base Hems. Base che, confermata nel capoluogo cadorino, certifica la volontà della Regione di non trasferire altrove la sede del servizio, come temono alcuni sindaci. Anche su questo ieri il presidente della Regione è stato molto chiaro.
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