«Zaia rimuova questa direzione Usl»
PIEVE DI CADORE. La chiusura del punto nascite di Pieve di Cadore, a partire da oggi, diventa un nuovo fronte di battaglia per il sindaco di Pieve, Maria Antonia Ciotti, agli sgoccioli del suo mandato amministrativo. E ieri ha fatto partire una dura lettera al presidente della Regione, Luca Zaia, contestando la chiusura del reparto, seppure definita temporanea dall’Usl 1. E chiedendogli di rimuovere la direzione strategica dell’azienda sanitaria, «incapace di dare risposte alla comunità cadorina». Direzione che ribadisce come il problema potrà essere risolto con il concorso che si svolgerà ai primi di novembre.
«Forse», afferma, «qualcuno pensa che con la fine del mio mandato di sindaco finisca anche il mio impegno per la sopravvivenza dell’ospedale e per il mantenimento dei servizi essenziali alla vita nella montagna cadorina e ampezzana. Chi la pensa così si sbaglia. Stia certo che, con la fine del mio mandato, il mio impegno rimarrà intatto e anzi sarà ancora più forte».
Ieri il sindaco Ciotti ha quindi scritto una nuova lettera al Governatore Zaia, che anche nell’ultima sua apparizione in Cadore aveva promesso, davanti alla vasta platea di autorità e di medici convenuta a Pieve per l’inaugurazione del nuovo pronto soccorso, che il centro nascite dell’ospedale di Pieve non sarebbe mai stato chiuso. Impegno ribadito anche durante altri incontri, l’ultimo dei quali due mesi fa.
La lettera è indirizzata personalmente a Luca Zaia: «Sono costretta nuovamente a scriverle poiché, purtroppo, si è verificata la chiusura del punto nascite a Pieve di Cadore e questo a distanza di nemmeno 60 giorni dalle sue assicurazioni pubbliche. Chiudere un servizio così importante in montagna, anche se giustificato per pochi giorni anche se non credo all’attendibilità delle dichiarazioni della direzione strategica della Uls, è un fatto drammatico già di per sé».
«Le ricordo», aggiunge, «che a Pieve di Cadore si nasce in ospedale fin dal 1952, quando c’era la clinica del dottor Romualdo Cappellari e nel 2016 ci viene fatto questo “regalo” dal servizio sanitario regionale attraverso i suoi funzionari».
«Lei», prosegue, «ci fa davvero una brutta figura davanti a tutti: rimuova questa direzione strategica incapace di dare risposte alla comunità cadorina. Basta lasciare un medico reperibile per garantire l’apertura del punto nascite. In Cadore, ora invece ci sono le ostetriche che girano a vuoto nel reparto costato milioni di euro e hanno l’obbligo di indirizzare tutte, dico tutte, le donne incinte a Belluno. Sono in servizio solo per questo».
«Sappia», afferma concludendo, «che noi non ci arrenderemo e combatteremo per avere lo stesso diritto alla salute che hanno i cittadini anche del suo paese, usando tutti i sistemi legali possibili. Faccia quindi riaprire il punto nascite facendo leva sui suoi funzionari regionali sicuramente capaci di risolvere la questione».
Vittore Doro
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