Zaia: «Segnali allarmanti, serve l'esercito»
BELLUNO. Contro i furti il Governatore Zaia invoca l'esercito. La razzia messa a segno dai ladri nella notte fra lunedì e martedì (ma anche in quella successiva) non ha lasciato indifferente il presidente della Regione. «Belluno ha oggi (ieri, ndr) la sgraditissima palma del territorio veneto più assalito dalla criminalità, ed è un segnale estremamente preoccupante perché parliamo di un’area dove, fino a pochi anni fa, ci si poteva anche permettere di non mettere troppi lucchetti alla porta di casa. Non è più così: è arrivato ancora uno schiaffo della malavita, che ricevono i bellunesi e che giro senza indugi all’impero romano, distratto e assente».
Zaia si dichiara amareggiato e preoccupato e chiede «una risposta eccezionale» alla situazione. In particolare «un potente rafforzamento di uomini e mezzi per le forze dell’ordine e lo schieramento dell’esercito sul territorio a far da deterrente, perché non c’è di meglio che la vista di una divisa e di un lampeggiante acceso per far capire a un delinquente che è il caso di lasciar perdere. Quello che è accaduto a Belluno è un segnale di allarme per tutti coloro i quali hanno a cuore il bene dei cittadini. Purtroppo tra questi non ci sono il Governo, il Viminale, le istituzioni nazionali che hanno le competenze per intervenire. La Regione non può».
Alle parole di Zaia seguono quelle del commissario provinciale della Lega Nord, Cesare Rizzi, e di Gianvittore Vaccari, membro del consiglio direttivo del carroccio bellunese. «La sicurezza deve essere una priorità e nessuno deve sottovalutarla, in primis i responsabili delle forze dell’ordine», dicono i due. «È giusto che i cittadini siano per primi attenti (e i bellunesi non sono così sprovveduti) ma il questore Morelli non può liquidare tutto scaricando sulle persone ogni onere. Siamo convinti», concludono, «che si debbano attivare modelli di prevenzione e repressione da parte degli organi preposti alla sicurezza delle comunità». (a.f.)
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