Zaia stringe i tempi e guarda a Bolzano
Si attende di capire cosa intende fare Kompatscher. E come risponderà il Bellunese alla duplice proposta
BELLUNO. Dagli 8 ai 10 anni per il collegamento ferroviario tra Calalzo e Cortina. Analogo il tempo previsto da Helmut Moroder, progettista per conto della Sad, per tracciare la ferrata da Bolzano a Cortina, attraverso la Val Gardena e la Val Badia.
Ma sarà questo il tracciato che la Provincia di Bolzano sceglierà? È presto per dirlo. Arno Kompatscher, il presidente, ha trovato insoddisfacenti le ipotesi del Treno delle Dolomiti fino a Dobbiaco ed anche fino a Brunico; non tornano i conti del possibile numero di passeggeri. Conti che invece tornano considerando il potenziale delle valli ladine.
Il governatore del Veneto Luca Zaia, presentando l’altro ieri a Belluno lo studio socio-economico del Treno delle Dolomiti, ha manifestato tutto il suo interesse per l’opzione Bolzano: intercettiamo in questo modo i turisti provenienti dal cuore dell’Europa.
Nel 2026, o al più tardi nel 2027, infatti, sarà aperto il tunnel del Brennero che consentirà l’arrivo delle Frecce Europee. Zaia ha dato tempi stretti ai sindaci del Bellunese per scegliere l’opzione più adeguata tra la Val D’Ansiei e la Val Boite. Entro il mese di settembre, l’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti raccoglierà le indicazioni. La loro elaborazione proseguirà sino a fine anno.
Il 2018, pertanto, sarà dedicato allo studio di fattibilità, che probabilmente si inoltrerà anche nel 2019. Tra il 2019 e il 2020 si passerà all’affidamento del progetto esecutivo, probabilmente con tanto di gara.
La definizione di questo progetto, considerata la delicatezza del paesaggio attraversato, proseguirà, probabilmente, fino al 2021, se non addirittura oltre. I Mondiali di sci di Cortina potrebbero, quindi, essere la vetrina di presentazione del progetto esecutivo e della gara europea per la realizzazione dei lavori. Da un anno a un anno e mezzo ci va tutto per l’espletamento della gara stessa. Poi, via con il cantiere. Almeno cinque anni. «Ho parlato di 8-10 anni – puntualizza il governatore – se non ci saranno intoppi di sorta; se, cioè, i bellunesi confermeranno che questa opportunità appartiene davvero al loro bene comune e va perseguita senza tentennamenti. Ovviamente nella condivisione. Se invece si creeranno comitati – continua il presidente –, se ci saranno richieste di referendum, se qualcuno si alzerà improvvisamente ad obbiettare e magari ci sarà la gara al ricorso, allora è evidente che i 10 anni sono destinati a raddoppiare».
Il presidente della Regione, quindi, richiama alla massima concordia. Ma ecco le prime obiezioni. «Benissimo che Zaia, proprio come da sempre il M5S, descriva il Treno della Dolomiti come una grandissima opportunità per il nostro territorio ma è fondamentale, al contempo, che queste non siano solo parole al vento: chiedo dunque pubblicamente al Governatore della Regione Veneto dove verranno reperiti i fondi per la costruzione e la tempistica della durata e dell’avvio dei lavori», così il parlamentare dei Cinque Stelle, Federico D’Incà. Lo stesso ricorda che, in occasione di una conferenza stampa del 26 maggio, venne regalato al presidente Kompatscher, al presidente Rossi, al governatore Zaia e al ministro Delrio, un mattone affinché «fosse depositato il prima possibile», come prima pietra dell’intera opera. «È fondamentale comprendere dunque dove verranno reperiti i fondi», insiste D’Incà che evoca, contestualmente, l’interrogazione presentata al ministro dei Trasporti in merito al sistema ferroviario metropolitano regionale a cui mancano 194 milioni.
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