Zampieri: «Con un giugno così i negozianti saranno rovinati»

BELLUNO. «Dopo un inizio d’estate come questo, l’avvio dei saldi fra due settimane non potrà che essere deleterio per i commercianti». La dichiarazione arriva da Vittorio Zampieri, presidente di...
PERONA - BELLUNO - SALDI ESTIVI - SALDI - ESATTE - BELLUNO - CENTRO
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BELLUNO. «Dopo un inizio d’estate come questo, l’avvio dei saldi fra due settimane non potrà che essere deleterio per i commercianti».

La dichiarazione arriva da Vittorio Zampieri, presidente di Federmoda Belluno, che parla dei saldi estivi che scatteranno da venerdì 2 luglio, per concludersi a fine agosto. Una data che mai, come quest’anno, suona parecchio sbagliata per un’iniziativa che dovrebbe servire per liberare il magazzino della merce rimasta invenduta.

Ma con un maggio e un giugno piovosi, caratterizzati da un clima più tipico dell’autunno che della primavera-estate, di invenduto nei magazzini praticamente c’è quasi tutto. E questa non è cosa da poco.

«La situazione è critica», dice Zampieri, «e abbastanza ferma. Sicuramente i saldi saranno una manna per i clienti che troveranno questa volta una grande scelta, mentre per il negoziante, al contrario, non avendo venduto granché, sarà l’ennesima botta. Infatti», spiega il presidente di Federmoda, «il ragionamento del commerciante è questo: se si riesce a vendere prima dei saldi il 70% della merce, allora quello che guadagni dopo va a formare l’utile; se, come nel caso odierno, hai venduto meno del 70% allora proprio non ci siamo, non ci sarà guadagno effettivo. E per i negozianti sarà un vero e proprio pianto».

Zampieri non nasconde che in questi mesi si è registrato un calo notevole delle vendite, «anche se dipende da zona a zona. Sicuramente più in alto si va, maggiore è la crisi. Attualmente ancora non abbiamo i dati relativi all’andamento della situazione, ma posso azzardare, ad oggi, un calo del 15% nelle vendite. Un calo che va ad aggiungersi a quello degli anni precedenti».

«È desolante lavorare in questa maniera», commenta ancora il capo della moda di Confcommercio, «un anno non va bene perché fa troppo freddo, un altro anno perché fa troppo caldo. Ogni anno c’è qualcosa che impedisce di fare degli utili che possano sostenere le imprese commerciali. E», aggiunge Zampieri, «che le cose non vanno granché bene lo si evince anche dal fatto che sono pochissimi i negozi che investono, che fanno dei lavori. Anche il nostro Confidi è fermo, perché sempre meno le imprese chiedono prestiti per poter intervenire nei loro negozi. E questo anche perché le banche sono restie ad offrire dei prestiti, malgrado ci siano le garanzie dei Confidi».

Intanto, in questa crisi, sembra che a trarne beneficio siano gli stranieri. «Abbiamo notato anche nella nostra provincia un aumento di esercizi commerciali gestiti da stranieri, per lo più cinesi o cingalesi, mentre i nostri sono costretti a chiudere». (p.d.a.)

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