Zanettin rimane ai domiciliari pronto il Riesame
PIEVE DI CADORE. Zanettin rimane ai domiciliari. Il gip Sgubbi ha sciolto la riserva, respingendo la richiesta di libertà presentata da Luigi Zanettin, uno dei cinque indagati per il rogo con...
PIEVE DI CADORE. Zanettin rimane ai domiciliari. Il gip Sgubbi ha sciolto la riserva, respingendo la richiesta di libertà presentata da Luigi Zanettin, uno dei cinque indagati per il rogo con esplosione della pizzeria “Mordi e fuggi” di Pieve di Cadore. Il difensore Montino depositerà stamattina il ricorso al tribunale del Riesame, per ottenere la stessa cosa. Nel frattempo, “Taricone” non può muoversi da casa, perché nell’interrogatorio di garanzia successivo all’arresto non ha aggiunto elementi utili o nuovi alle indagini dei carabinieri.
Gli investigatori e il pubblico ministero Sartorello sono convinti che abbia delle responsabilità nei fatti della notte tra il 23 e il 24 aprile, in via XX Settembre, mentre l’indagato (è accusato di danneggiamento fraudolento di beni assicurati e incendio doloso aggravato) ha respinto ogni addebito, dicendo di non entrarci niente e di con capire come mai il principale indagato e reo confesso Fabio Laritonda l’abbia coinvolto. Zanettin ha una compagna, una figlia piccola e un posto di lavoro, ecco perché avrebbe bisogno di tornare a operare all’interno dell’azienda di Longarone. Non ci sono pericoli di fuga, ripetizione del reato e inquinamento delle prove.
Secondo la tesi della procura della Repubblica, il proprietario del locale Alessandro Piccin - che oltre a questi reati deve rispondere anche di calunnia aggravata per un depistaggio - ha preso contatto con Zanettin, dopo aver deciso di farsi bruciare la pizzeria per incassare i soldi del premio dell’assicurazione. È quest’ultimo che si rivolge a Laritonda, con il quale ha una certa confidenza. Solo in un secondo momento, ecco Pasquale Ferraro, il pizzaiolo che è ancora detenuto nel carcere di Bari, in quanto i genitori occupano abusivamente un appartamento di Brindisi e l’alloggio non è giudicato idoneo. Fisicamente non sta ancora bene, dopo essere stato investito dall’onda d’urto dell’esplosione.
L’ultimo indagato è il tassista Giuseppe Lauro, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ma rimane a sua volta ai domiciliari, in attesa del risultato della sua domanda di scarcerazione.
Gigi Sosso
Argomenti:esplosione pieve di cadore
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