Zecche, boom di accessi al Pronto soccorso di Feltre
FELTRE
Turisti o gente del posto non fa differenza, l’allarme zecche nel Feltrino ha contagiato un po’ tutti. Così il Pronto soccorso del Santa Maria del Prato ha registrato, dall’inizio di giugno ad oggi, un incremento esponenziale di accessi del 73 per cento rispetto al 2017 per questi casi. A confermare il dato è il primario Edoardo Rossi che, con la sua équipe, tutti i giorni e talora più volte al giorno, è alle prese con pazienti che arrivano con l’insetto attaccato o l’hanno staccato da soli e vedono il residuo della testa (che si atrofizza e si stacca successivamente).
«Non sono mancati nemmeno casi di eritema migrante, cioè di pazienti che si sono presentati a noi con il primo sintomo dell’infezione contratta, quello che si manifesta a livello cutaneo e che ha una forma inconfondibile», spiega il primario. «Per questi casi basta un ciclo antibiotico di due, massimo tre settimane, con il farmaco più semplice che si utilizza anche per altre forme batteriche, tipo l’amoxicillina».
Già il primario Rossi aveva avuto modo di rilanciare il messaggio che la prevenzione è d’obbligo. E prevenzione non significa precipitarsi in Pronto soccorso ogni volta che si sente e si vede l’animale sotto pelle. La presenza del rostro non deve spaventare a morte. La parte terminale della zecca, cioè quella che rimane sottopelle, in pochi giorni si atrofizza e si stacca da sola. Quello che invece va osservato, dai tre ai trenta giorni dopo il morso, è se compare eritema. Non può essere confuso con l’arrossamento del morso, perché l’eritema assomiglia a un sasso nello stagno. L’esame del sangue è inutile e può essere ingannevole, perché in fase precoce può dare false negatività. Insomma, le persone sono molto più sensibilizzate ai danni potenziali del morso da zecca infetta, le arbovirosi da morso di zecca che, se non diagnosticate precocemente e non trattate, possono evolvere in complicanze anche gravi, come la meningoencefalite (Tbe) o in forme artritiche ad andamento tumultuoso e talora invalidante.
All’ospedale di Feltre, come in tutti quelli del Veneto, l’attenzione alla sintomatologia è affidata ai medici, preparatissimi dal punto di vista diagnostico, e a un protocollo di sorveglianza varato dalla Regione.
Per tornare all’attività estiva del Pronto soccorso, il primario Rossi non ha documentato un incremento significativo di accessi. «Potrei stimare un due per cento in più come differenza da un anno all’altro. Ma mi sentirei anche di poterlo ascrivere a un aumento, sia pur lieve, dell’afflusso turistico. Più interessante è il dato che potrebbe confermare questa ipotesi, della prima settimana di agosto, quella fra il primo e il sette di questo mese. Noi possiamo documentare un incremento del 13%, rispetto al 2017, che riguarda i codici minori, verdi o bianchi. Tanti sono turisti che non hanno il medico curante e vengono ovviamente in ospedale, chi per la puntura di insetto chi per un’astenia, una debolezza, sono arrivati i ragazzi scout, ma insomma tutti non in condizione di criticità. I codici di gravità come i gialli e i rossi non sono aumentati rispetto a un anno fa. Complicanze gravi da caldo intenso non ne abbiamo documentate». —
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