Zhipen Hu, il sarto cinese di via Caffi
Ha aperto l'attività nel mese di giugno e ha già una buona clientela

In alto un’immagine di Zhipen Hu nella sua sartoria di via Caffi
BELLUNO.
Chi oggi si cimenta ad allargare o stringere una gonna o un pantalone? O sa farsi le tende? O cambiare la cerniera dei giacconi? La sfida è aperta, ma si può tranquillamente dire che sono in pochi, anzi pochissimi. Si preferiva, quando una cosa non andava più bene, buttarla. La tecnologia e il consumismo hanno eliminato professioni come quella del sarto. Ma la crisi le sta facendo riemergere perchè quando i soldi mancano, invece di buttare le cose è meglio aggiustarle.
E nell'era della globalizzazione a far "risorgere" queste professioni non sono più gli italiani, ma gli stranieri. Ed è quello che ha fatto Zhipen Hu, il 36enne cinese che da giugno ha aperto un laboratorio di sartoria in via Caffi. Due stanze molto spaziose, ancora spartane ed essenziali nell'arredo, ma complete nell'attrezzatura da sarto. Dalla macchina da cucire all'asse da stiro, agli scaffali pieni di fili. Zhipen, sposato e con un figlio, abita a Santa Giustina. A fare il sarto, l'ha imparato a scuola in Cina. Poi le necessità della vita lo hanno portato ad emigrare e così 11 anni fa è arrivato in Italia. In questi anni ha girato la penisola in lungo e in largo, facendo vari mestieri fino ad approdare in provincia di Belluno cinque anni e mezzo fa dove, come capita a tutti quelli che arrivano da fuori, ha trovato subito un impiego in una ditta di occhiali. Poi però è arrivata la crisi e con essa la cassa integrazione: «Ma dovevo pagare l'affitto di casa, mantenere la moglie e il figlio», precisa il giovane imprenditore in un italiano un po' stentato e con vocabolario cinese-italiano alla mano, che ogni tanto corre in nostro soccorso. E così la decisione di aprire un'attività. «Anche quando lavoravo in fabbrica, mi dilettavo a fare qualche lavoro di sartoria per aggiustarmi qualcosa; e soprattutto mi piaceva vedere e capire come erano fatte le cose qui per poterle così aggiustare», spiega. E così il 16 giugno scorso l'apertura del "Pronto cucito, servizi di satoria", in via Caffi. «La clientela c'è, anche se ho aperto in un momento di ferie, ma la gente della via viene qui e mi porta delle cose da fare», ci dice col sorriso sulle labbra, dimostrando entusiasmo per quello che sta facendo. Quell'entusiasmo che magari a molti nostri imprenditori manca. Quando gli chiediamo quale sia il costo dei servizi, estrae da sotto il banco un piccolo depliant pubblicitario in cui è riportata l'esatta indicazione di dove si trova il suo laboratorio, e anche dei servizi che vengono eseguiti. Poi ci indica sul tavolo tre fogli in cui sono riportati i prezzi per ogni intervento: cinque euro per rifare l'orlo ai jeans, sei per accorciare le maniche, dai 4 ai 13 euro, a seconda delle misure, per fare le tende. Insomma, Zhipen ha capito come funzionano le cose, come funziona il mercato e si è dato da fare. Di più, quando gli chiediamo come si scrive il suo nome, tira fuori dal portamonete il biglietto da visita. Un imprenditore nato, verrebbe da dire, da far invidia a tanti navigati imprenditori italiani. Zhipen Hu rappresenta uno dei tanti stranieri che hanno scelto di fare imprenditoria nella provincia di Belluno, di investire, di tentare la fortuna. Ci fa vedere il suo negozio, sempre gentile e sorridente, sempre cordiale. E, a dire la verità, il suo italiano stentato non pare un handicap ma suscita simpatia.
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