Zoldo non ci sta: «Giù le mani dal Maè»
VAL DI ZOLDO. «Qui non si passa». Né si pensi di istallare un impianto idroelettrico. Il Maè è un torrente di montagna, che scorre in un ambiente bellissimo. Attraversa il paese di Mareson, ed è proprio vicino ai tabià e alle case abitate dai valligiani che Dolomiti derivazioni vorrebbe costruire l’opera di presa di una nuova centralina idroelettrica. Ieri mattina i tecnici della commissione regionale Via sono saliti in Val di Zoldo per il sopralluogo con il quale si deciderà se assoggettare il progetto alla procedura di valutazione di impatto ambientale.
A farsi interprete del malcontento popolare per l’ennesimo impianto che andrebbe a interessare la vallata è stato il sindaco, Camillo De Pellegrin. «Il territorio di Val di Zoldo non si presta a speculazioni, l’ambiente è un valore cui non possiamo rinunciare», ha detto. Poi, rivolto ai progettisti chiamati ad illustrare l’opera (fra Pianaz e Mareson, acqua intubata in una condotta lunga 1,1 km, potenza della centrale 354,3 kiloWattora): «Avete speso tanti soldi per portare avanti questo progetto, anche noi utilizzeremo quelli che abbiamo senza nessuna remora. Considerato l’impatto ambientale non dovremmo nemmeno stare qui a parlare di centraline».
Ad accogliere i progettisti e i tecnici della Via regionale, ieri mattina, c’era anche una settantina di persone. Un sit in di protesta autorizzato, con cittadini, pescatori e attivisti di Acqua bene comune a sventolare bandiere e ad appendere striscioni contro lo sfruttamento idroelettrico. «Questa manifestazione pacifica vuole mettere in evidenza le contraddizioni che permettono l’invasione delle centraline sulle nostre montagne», ha spiegato uno degli organizzatori del presidio, Renzo Scussel (ex sindaco di Forno). «Gli incentivi esagerati che lo Stato si ostina a dare per queste iniziative, dannose per la montagna, devono essere eliminati perché incentivano solo il danneggiamento della nostra economia». Dolomiti derivazioni prenderebbe l’acqua nelle vicinanze del parco giochi di Mareson e la porterebbe nei pressi della centralina di Zoldo Energy a Pianaz. «Da quel punto il Maè è tutto derivazioni, fino a Longarone», ha aggiunto Lucia Ruffato, presidente del comitato “Val di Zoldo c’è e difende i suoi torrenti”. «Zoldo non vuole più centraline: chiediamo alla Commissione Via regionale di bocciare il progetto». Al presidio non mancavano i pescatori e Italia nostra.
Alle 10.30 in sala consiliare i progettisti hanno presentato il progetto. Poi i tecnici hanno visitato i luoghi in cui dovrebbero inserirsi l’opera di presa, la condotta, l’impianto. I rappresentanti della Via hanno ascoltato, fatto qualche domanda. Per le risposte bisogna attendere gli esiti della loro valutazione.
«Siamo contenti per l’affluenza che c’è stata al presidio», evidenzia Anna Zaccone, che fa parte del gruppo di cittadini che combatte per il territorio. «Il sindaco, in una sala consiliare davvero gremita, ha fatto un intervento forte esprimendo la sua contrarietà a questo progetto e l’intenzione di opporsi a qualsiasi impianto idroelettrico in valle. La natura e l’ambiente sono le uniche cose cui legare la nostra speranza di sopravvivenza in valle». Rilevante è stato anche l’intervento del tecnico cui il Comune si è affidato per le osservazioni: «Ha ricordato che l’impianto sarebbe realizzato nel punto in cui viene captata l’acqua per la neve artificiale, a valle del depuratore. Nei momenti di magra si rischia un danno al torrente, perché con poca acqua sarebbe ridotta la capacità di ossigenazione», conclude la Zaccone. Zoldo ieri lo ha detto chiaro: il Maè non si tocca.
ha collaborato Alessia Forzin
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