Zoppè e Zoldo escono dall’isolamento
«Nè Veneto Strade, nè Esercito: ci siamo liberati da soli». Lo spiega il sindaco Renzo Bortolot, lo ribadisce un lettore che ci invia un messaggio: «La strada provinciale di Zoppè è stata liberata esclusivamente dai volontari di Zoppè, a loro rischio e pericolo, non da Veneto Strade nè dall’Esercito. L’Esercito doveva venire sabato sera per portarci il carburante ma i carabinieri non li hanno lasciati passare. E se non era per i nostri volontari che sono andati a Bragarezza a prendere le taniche, neanche il carburante avremmo avuto. Due ragazzi sono andati a Forno con gli sci per prendere il latte in polvere per un neonato che aveva necessità, e due volontari della protezione civile di Forno hanno portato il latte dopo le prime due valanghe. Ci siamo arrangiati da soli».
La luce è tornata a Zoppè alle 12 di ieri, praticamente nello stesso momento in cui un camion dell’Enel portava il generatore. «Il gruppo elettrogeno resta qui» spiega il sindaco Bortolot, «non sappiamo quello che succederà nei prossimi giorni». Il sindaco conferma che è stata la protezione civile di Zoppè ad aprire la strada dalla valanghe e anche ad allargarla per far arrivare il mezzo dell’Enel. Da giovedì notte e fino a ieri mattina il paese è rimasto senza luce. Il Comune ha il generatore, come pure l’unico negozio di alimentari del paese, e ce ne sono anche in alcune case. Ma ormai stavano scarseggiando la benzina e il gasolio. «Siamo andati a prenderceli sabato, 40 taniche di benzina e gasolio per i mezzi del Comune e per i generatori» spiega ancora Bortolot.
La strada che da Forno porta a Zoppè è problematica e non è la prima volta che gli abitanti del piccolo paese (250 abitanti in questi giorni in cui sono a casa i gelatieri, cento durante l’estate) restano isolati. «Nel 1996 e nel 1999 siamo rimasti isolati per 40 giorni»: allora furono le frane a bloccare il paese. Di alternative ce ne sono poche, occorrerebbe intervenire sulla strada che porta a Vodo, impraticabile d’inverno ma usata durante l’estate.
Ieri pomeriggio Veneto Strade ha definitivamente aperto la strada da Bragarezza e quindi Zoppè non è più isolato.
Riaperto anche il resto della valle di Zoldo. Veneto Strade ha dato via libera al traffico a Canale, dove era caduta la slavina, ed è stato riaperto il passo Staulanza. Entro oggi i mezzi dovrebbero arrivare sul passo Duran e sul Cibiana, consentendo i collegamenti con l’Agordino e con la valle del Boite.
«Tutte le frazioni sono state raggiunte dai nostri mezzi», spiega il sindaco Camillo De Pellegrin, «è questione di ore per arrivare a Colcerver, dove comunque le tre persone che vi abitano stanno bene».
I tetti degli edifici pubblici di Forno sono stati liberati dal Soccorso alpino, che De Pellegrin ringrazia. La riapertura della strada aiuta anche il turismo. Ieri il sindaco ha dovuto rispondere alle arrabbiature di numerosi turisti che si sono visti costretti a prolungare il loro soggiorno in valle, con aggravio dei costi: «Sono venuti da me a chiedere i soldi del soggiorno in albergo». Ma il danno economico legato alla chiusura della strada non è di poco conto: «Stanno partendo le settimane bianche, ma quando i turisti, magari polacchi o sloveni, sono arrivati a Longarone hanno trovato la strada chiusa e se ne sono andati. Centinaia di persone sono tornate a casa o sono andate in altre stazioni sciistiche. Per noi è un grosso danno. Deve essere trovata una soluzione per la nostra strada». (ma.co.)
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