Auronzo, avvistato nel bosco lo sciacallo dorato Ans
AURONZO. Avvistamenti di importante rilevanza scientifica, a testimonianza della biodiversità presente in territorio provinciale.
Poche settimane fa le fototrappole posizionate dal Corpo forestale dello Stato nella foresta di Somadida, in comune di Auronzo di Cadore, hanno catturato le immagini di un “Canis Aureus”, più comunemente un esemplare di sciacallo dorato. E al Vincheto di Celarda ha fatto capolino la “Cordulegaster boltonii”, una libellula di notevoli dimensioni, di cui non si aveva traccia in provincia dal 1972.
Lo sciacallo è già stato ribattezzato “Ans”, dal nome della valle in cui è stato avvistato, la Val d’Ansiei. Questa specie, molto adattabile a diversi ambienti, dal deserto alle foreste fino ai 2 mila metri di quota, era già stata avvistata in regione, ma senza prove tangibili. Ad aprile le guardie venatorie della Provincia di Treviso avevano recuperato il cadavere di un esemplare in zona Sant’Antonino, vicino alla tangenziale.
A permettere l’avvistamento di Ans sono state la dedizione e l’attrezzatura messa a disposizione da due agenti dell’Ufficio territoriale per la biodiversità (Utb) di Palus San Marco, che da tempo cercano di immortalare il passaggio dei grandi predatori (orso, lupo, lince). L’esemplare di sciacallo dorato è stato visto chiaramente mentre si cibava di una carcassa in avanzato stato di decomposizione, sopra cui era stata posizionata una foto rappola.
L’attività di monitoraggio continua e, con la collaborazione dei tirocinanti della scuola agraria e dell’università, sono stati installati anche microfoni, dati in dotazione dall’Università degli studi di Pavia, per registrare i rumori ambientali atti a definire le specie ornitologiche presenti in foresta e microfoni a ultrasuoni per individuare la presenza di pipistrelli. «Lo sciacallo dorato è arrivato per la prima volta in Italia negli anni Ottanta», spiega Paola Favero, responsabile dell’Utb di Belluno (che si occupa della riserva di Celarda) e di quello di Vittorio Veneto (che ha competenza sulla foresta di Somadida). «Nel Veneto i primi avvistamenti, sempre a metà degli anni Ottanta, si sono registrati proprio nel Bellunese, nello specifico in Agordino. Lo sciacallo è un animale estremamente elusivo ed è raro riuscire a vederlo. In questo caso, a Somadida, si è riusciti a filmarlo. Un grande successo».
Lo sciacallo mangia piccole prede e vegetali (è onnivoro, un po’ come la volpe) e non rappresenta quindi un pericolo per allevamenti o proprietà private. Vive da solo o in piccoli gruppi familiari, di 3-4 esemplari.
Di non poco conto anche il ritorno, dopo 44 anni, della “Cordulegaster boltonii”: era dal 1972 che non si sentiva più parlare di lei in provincia di Belluno. In quell’anno l’illustre odonatologo Italo Bucciarelli segnalò la presenza del “Guardaruscelli”, questo il nome comune della libellula, a Santo Stefano di Cadore. Da allora nemmeno i numerosi monitoraggi effettuati dall’Utb di Belluno avevano potuto rilevare la presenza di questa specie.
Si tratta di una libellula di notevoli dimensioni, circa 8-10 cm di apertura alare, nera a bande gialle, e pochi giorni fa è stata individuata in un’area umida della riserva naturale Vincheto di Celarda.
Il dato è di notevole interesse, in quanto permette di confermare la presenza della specie in territorio provinciale, ma anche perché fa salire a 29 il numero di tipologie di libellule note alla riserva. Il Vincheto è infatti una delle aree umide di maggior interesse per tutela econservazione della biodiversità del nostro territorio: con i suoi 92 ettari la riserva ospita, da sola, il 31% delle specie di odonati presenti in Italia.
Il ritrovamento della “Guardaruscelli” è quindi motivo di grande soddisfazione per l’Utb di Belluno. L’arrivo di una nuova specie attesta inoltre l’efficacia degli interventi di ripristino e di rinaturalizzazione che il Corpo forestale dello Stato conduce da anni in riserva.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi