Belluno, i bambini disegnano la città che vorrebbero concreta e creativa

Gli alunni di tre classi hanno raccolto la sfida del Comune e ispireranno il nuovo Pat con modellini di edifici e quartieri
gian paolo perona- perona- belluno- in crepadona i principali edifici bellunesi costruiti dai bambini
gian paolo perona- perona- belluno- in crepadona i principali edifici bellunesi costruiti dai bambini

BELLUNO. Dalle strade al centro storico, dalle scuole alle abitazioni private, passando per l’ospedale e la cittadella della sicurezza. Quello realizzato dai bambini delle classi seconde delle scuole primarie di Chiesurazza, Mussoi e Gabelli è un vero e proprio Piano regolatore generale, in cui la città è vista e pensata con gli occhi dei più piccoli. Ma le idee sono anche “da grandi”. E anzi, gli alunni sono riusciti a cogliere alcuni aspetti che, agli adulti, a volte sfuggono.

«Il tutto rientra in “La Belluno che vorrei”, progetto sperimentale, attivato quest’anno per la prima volta, nell’ambito di “La Belluno dei bambini”», spiega Valentina Tomasi, assessore alle politiche sociali ed educative. «L’attività ha avuto dei risultati così buoni che sarà riproposta anche il prossimo anno».

Seguiti dalle insegnanti e dalle operatrici dell’associazione “Il Margine”, i bambini hanno appreso i rudimenti di urbanistica, geografia e architettura. Il tutto in tre incontri, più uno iniziale e uno finale che ha visto gli studenti delle scuole riuniti assieme.

«Alla parte teorica, in cui i più piccoli hanno avuto le indicazioni dell’assessore all’urbanistica, Franco Frison, è seguita quella progettuale», sottolineano le operatrici del “Margine” e le insegnanti, «che ha portato alla realizzazione di alcuni modelli di edifici, con materiali semplici e di recupero».

Un apprendimento, quindi, attraverso il fare e la creatività. Un progetto che unisce scuole e territorio, abituando coloro che ne sono stati protagonisti a conoscere, sin da piccoli, la propria città.

«Il valore di “La Belluno che vorrei” è educativo e ludico», commenta il sindaco Jacopo Massaro, «ma c’è anche altro. Non a caso il Prg realizzato sarà inserito all’interno del Pat, in quanto si tratta, insieme alle altre, di una delle componenti partecipative al documento preliminare, che sarà approvato entro fine anno». «L’errore che si fa», aggiunge, «è considerare i bambini come cittadini del domani. Invece sono cittadini già oggi, a tutti gli effetti, e dobbiamo ascoltare le loro idee».

Idee molto concrete, in cui i bambini pensano a scuole tutte riunite, almeno quelle del centro città, in un grande polo scolastico, vicino alla stazione. Ma i più piccoli immaginano anche un centro storico in cui ci si sposterà a piedi, in bicicletta e con i mezzi pubblici. Oppure a case ed edifici alimentati grazie alle energie rinnovabili. Ma nel documento si parla anche dell’ospedale e della cittadella della sicurezza, che riunisca le diverse forze dell’ordine. Tante idee, poi, su come dovrebbero essere municipio, teatro, negozi e hotel.

Realizzato, solo su carta, anche il progetto di una chiesa, che le insegnanti vorrebbero donare al nuovo vescovo. «In tutte le proposte è inserito un aspetto ludico, tipico dell’infanzia, ma che anche noi adulti dovremmo recuperare», mette in risalto la Tomasi. «I lavori dei bambini saranno ospitati all’interno degli edifici “veri”, in modo che tutta la cittadinanza possa ammirarli. Una sorta di esposizione itinerante».

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