Campiello giovani, vince il feltrino Andrea Zancanaro
“Ognuno ha il suo mostro” conquista il podio della 22esima edizione del premio
FELTRE. È da venerdì sera che il suo telefono e quello della madre continuano a squillare, quasi senza interruzione. Dall’altra parte della cornetta arrivano congratulazioni, domande, curiosità, interviste. Da questa solo tanta orgogliosa emozione. Andrea Zancanaro, 21 anni di Feltre, è il vincitore della 22esima edizione del Premio Campiello giovani.
Il suo racconto “Ognuno ha il suo mostro”, uscito di penna due anni e mezzo fa e poi rimaneggiato per il concorso, era già stato notato dal comitato tecnico come «originale, divertente e caleidoscopico», con un bel focus sul disagio psichico e la diversità. Da venerdì sera è l’incoronato, per aver saputo descrivere «in uno stile semplice e piano due personalità eccentriche, facendole incontrare in un’alchimia calibrata e plausibile quanto può esserlo la piccola follia del quotidiano».
Una vittoria che arriva a sorpresa, ma non troppo, nella vita di un giovane che si sta impegnando da un paio d’anni nello studio della medicina a Firenze, ma che coltiva la passione per la scrittura fin da piccolissimo, «quando dettavo le storie alla nonna. Ho sempre avuto voti alti in italiano». Anche alle superiori, trascorse al liceo Dal Piaz all’indirizzo scientifico sperimentale. Al momento non ha ancora pubblicato nulla ma ha già due mezze vittorie all’attivo, la prima nel 2014 con una menzione raccolta al concorso “Sensi di viaggio”, l’altra come attestazione della critica al premio letterario “Città di Sassari” di due anni fa. Ora il successo pieno.
«Scrivo racconti di ogni genere, come di vario genere sono i libri che leggo». I preferiti sono “Dio di illusioni” di Donna Tartt e “I miei martedì col professore” di Mitch Albom, senza farsi mancare qualche giallo svedese o qualche saggio di Jung, un amore non proprio segreto. Assieme a quello per il canto corale e la pittura.
L’augurio più bello che ha ricevuto ieri è stato quello di Laura Pugno, selezione del Premio Campiello 2017 con “La ragazza selvaggia”, che gli ha detto, prendendo in prestito un’aforisma di Cechov: «La medicina sarà la tua sposa, ma la letteratura sarà la tua vera passione». Andrea la definisce senza mezzi termini «un’esperienza pazzesca, una giornata bellissima che mi ha regalato una visibilità incredibile». Il peccato è non avere abbastanza tempo per scrivere di più. Ma ha già in lavorazione un romanzo: «Una commedia nera».
E nel giorno della consacrazione non dimentica un feltrino che sta vivendo momenti diametralmente opposti, sul fronte delle emozioni: Fabio Vettorel. Zancanaro è più amico di Maria Rocco ma ieri in un’intervista si è dichiarato stupito che la stampa italiana nazionale non si stia occupando molto della vicenda, ampiamente trattata invece dai mass media tedeschi. E quella che sta vivendo Fabio sarebbe una «grossa ingiustizia».
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