Centinaia al casting per “Un passo dal cielo” a Polpet
PONTE NELLE ALPI
Per un giorno, Polpet come Cinecittà. La località non è stata un vero e proprio set, bensì teatro di un casting per la sesta stagione della fiction “Un passo dal cielo”. Un’edizione che sarà girata oltre che in Alto Adige anche sulle montagne bellunesi, in particolare in Cadore.
Teatro dei provini (che si ripeteranno oggi a Valle di Cadore) è stata la sede del Nof Filò, di fianco alla chiesa parrocchiale. Erano presenti persone di tutte le età, infatti la selezione è aperta ad aspiranti attori dai 5 agli 80 anni. Ed infatti c’erano proprio tutti; giusto per fare qualche esempio in fila c’erano l’impiegata, la studentessa, la libera professionista, il pensionato, gruppi di amiche, mamme e papà che accompagnavano i figli, persone che venivano da province limitrofe.
C’era chi poi lasciava trasparire qualche emozione, chi era tranquillo e chi era animato da curiosità. Tutti in coda, rigorosamente con la mascherina, a prendere il cartellino giallo con il numero che i funzionari del Centro Mira Project, azienda incaricata per le selezioni, davano ai vari attori o aspiranti tali.
Poi tutti in attesa della propria chiamata e via con la consegna dei documenti, per passare allo scatto della foto in una stanza allestita per l’occasione come uno studio. In alcuni momenti è caduta la pioggia, ma per i partecipanti non è stato un problema: o si apriva l’ombrello o si cercava un posto riparato.
Tra la gente in attesa c’è Elena, ventottenne psicoterapeuta del Veneziano, che racconta cosa l’ha spinta a fare questo casting: «Penso sia un’esperienza divertente per mettersi alla prova. Questo è un modo per abbattere il tema della vergogna. Non nutro alcuna aspettativa. Con l’occasione ho fatto un viaggio assieme ad un’amica per vedere un paesaggio splendido, anche se la giornata non è delle migliori».
Le fa eco l’amica e coetanea Pierlisa, attualmente non occupata causa Covid, che le aveva proposto l’esperienza: «Non sono qui alla ricerca di un lavoro, anche perché ho sempre lavorato nell’ambito delle risorse umane. Questa è una cosa che mi ha sempre divertita e questa volta, che ho anche tempo per farlo, ho deciso di provare».
Poco distante c’è Silvia, una signora sulla quarantina da Dolo, accompagnata dal marito e dalla figlia, che racconta: «Ho già fatto qualche casting. La recitazione è sempre stata la mia passione, infatti sono attrice amatoriale di teatro e mi diverte fare comparsate e piccoli ruoli; quindi sono qui per diletto». Avvezzo ai provini è il signor Roberto, pensionato da Quinto di Treviso: «È la quinta volta che mi presento ad un casting e, tranne in un’occasione, sono sempre andati bene. Girare scene di movimento e fare teatro è sempre stata la mia passione, purtroppo è stata limitata dal lavoro che facevo, perché lavoravo su turni». C’è poi Luca, bellunese, che ha accompagnato la figlia Vittoria di 11 anni: «Rispetto agli anni precedenti vedo che ci sono molte più possibilità per i bambini. Adesso ci sono produzioni nelle quali i bambini sono i protagonisti. Mia figlia li ha visti e giustamente dice “ci provo anch’io”. Tuttavia ad una bambina di 11 è giusto dire a che cosa va incontro, spiegandole che potrebbe esserci un esito negativo e che la vita è fatta anche di “no”. Sarebbe un “no” educativo, anche se spero venga presa così può vedere come viene prodotto un film».
C’è poi la signora Luana, da Santa Giustina, che spiega: «Non mi aspetto nulla, faccio il casting solo per curiosità. Ho deciso di passare un pomeriggio diverso, per capire come funziona una selezione». Infine Mira Topcieva Pozzato, responsabile del Casting, spiega i profili ricercati: «Cerchiamo vari tipi di figure che possono essere semplici o speciali. Ci interessano soprattutto fisionomie della zona, visto che alcune scene si girano in Cadore. Bello sarebbe se ci fossero degli arrampicatori o gente che sa guidare in salita». —
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