Dopo Monte Ricco Pieve di Cadore sogna la Batteria Castello
PIEVE DI CADORE. «Non succede spesso al presidente della Fondazione Cariverona, di essere invitato ad inaugurare una struttura, come questo Forte, recuperato grazie ad un contributo milionario dell’ente. In questo caso, vengo con il cuore leggero perché ho visto come sono stati spesi e qual è l'apporto che questo investimento ha dato per lo sviluppo del territorio e al miglioramento del suo livello culturale».
Sono queste le parole del presidente della Fondazione Cariverona, Alessandro Mazzucco, nel corso della cerimonia inaugurale del Forte Monte Ricco di Pieve di Cadore, recuperato e restaurato grazie al contributo di 4.200.000 euro messo a disposizione proprio dalla sua Fondazione.
Un contributo senza il quale, come ha spiegato il sindaco Maria Antonia Ciotti, l’operazione non sarebbe stata possibile.
«Il ruolo che ha avuto la Fondazione in questo caso è stato fondamentale dal punto di vista economico. Per quanto riguarda l’idea del recupero - ha aggiunto il sindaco - il merito principale va all’ex sindaco Roberto Granzotto, che si è prodigato molto perchè il restauro avvenisse».
E molto lavoro è stato fatto anche dal sindaco Ciotti, per poter «mettere la bandiera sulla cima del Forte».
È stata una giornata importante per la cultura cadorina, perché tra i presenti c’erano i più importanti galleristi veneti. Proprio sul futuro della struttura restaurata, è intervenuta la presidente della Fondazione Centro Studi Tiziano, Maria Giovanna Coletti, che ha esposto il suo progetto, nel quale c’è anche il recupero di Batteria Castello, il progetto che ufficiosamente è stato consegnato anche al presidente Mazzucco.
Sono sicuramente momenti più difficili quelli attuali dal punto di vista economico rispetto a qualche anno fa, quando è stato finanziato il restauro di Monte Ricco.
«Da oggi», ha affermato Coletti, «inizierà una nuova vita di destinazione culturale per il Forte di Monte Ricco che non è un struttura chiusa: oggi, al contrario, diviene un luogo aperto e reso vivo da giovani impegnati a creare le loro opere, ma sarà anche luogo di confronto delle idee sui grandi temi dell’ambiente e del paesaggio. Per attuare questo progetto abbiamo fatto una partnership con Dolomiti Contemporanee, la realtà guidata con competenza e determinazione da Gianluca D’Incà Levis, esperto in strategie di rigenerazione industriale e recentemente premiato dal presidente della Repubblica per il Progetto Borca. Proprio per rendere possibile la presenza di giovani creativi è stata avviata la Residenza d’artista. Così la Fondazione Tiziano si è prestata alla sua gestione, riprendendo peraltro il modello adottato con successo da altri, come Gmund, in Austria, Bienno in Valcamonica, Cosenza, e ora alcuni istituti di cultura italiani all’estero; lo stesso sta facendo la Fondazione russa Vac a Venezia. Tutti i casi in cui l’apertura di una residenza ha avuto il fine di una riqualificazione turistica dei centri storici attraverso l’arte contemporanea».
Sorpresa tra le sorprese, l’architetto che ha curato la Fondazione russa Vac di Venezia era presente e tra le due strutture, grazie all'intervento della presidente Coletti, è nata subito la possibilità di collaborare. Il forte e la sua mostra sono visitabili tutti i giorni.
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