È nato il sentiero delle Dolomiti in miniatura
Dopo Tre Cime di Lavaredo, Civetta e Pelmo, pronte anche Antelao, Torri del Vajolet e Campanile di Val Montanaia
È nato il sentiero delle Dolomiti in miniatura
SAN TOMASO. Pronti anche il Monte Antelao, le Torri del Vajolet e il Campanile di Val Montanaia. Scolpite su dei blocchi di roccia dolomia, le riproduzioni in miniatura sono pronte a fare bella mostra di sé lungo i 3 chilometri di strada che partono da Celat di San Tomaso Agordino e arrivano alla chiesa di San Simon, in Forcella San Tomaso, al confine con il Comune di Vallada.
Le tre cime dolomitiche vanno ad aggiungersi a Pelmo, Tre Cime di Lavaredo e Civetta, realizzate lo scorso anno. Il tutto nell’ambito del progetto “Il Sentiero delle Dolomiti in miniatura”, voluto dall’amministrazione di San Tomaso e patrocinato dalla Fondazione Dolomiti Unesco.
«Gisella Garcìa dell’Uruguay, Pierangelo Giacomuzzi del Trentino e Mario Tapia dell’Ecuador hanno terminato le loro sculture la scorsa settimana, durante l’evento “Dolomites Rock Miniatures”», sottolinea il sindaco Moreno De Val. «Le riproduzioni in scala troveranno collocazione lungo la strada silvo-pastorale entro i prossimi 15-20 giorni. Siamo arrivati a un totale di sei e stiamo già pensando a come promuovere ulteriormente l’iniziativa, nata per mostrare al mondo la bellezza delle montagne e per renderle visibili da vicino anche ai non scalatori».
“Il Sentiero delle Dolomiti in miniatura” mira a ricreare in miniatura tutti e nove i sistemi dolomitici, dichiarati nel 2009 Patrimonio dell’Umanità Unesco: Pelmo, Civetta, Marmolada, Tofane, Catinaccio, gruppo Puez-Odle e Bletterbach, Dolomiti di Brenta e Dolomiti del Friuli.
Il progetto, nella sua connotazione iniziale, ha previsto la realizzazione in tre anni di nove sculture, tre all’anno, su blocchi di dolomia del Serla ricavati direttamente dalla cava di San Tomaso. Ma il Comune punta ancora più in alto: «Nel 2019 vorremmo ne fossero scolpite sei e l’idea è poi quella di continuare, arrivando ad averne in tutto una ventina», fa presente De Val.
Le opere saranno corredate da pannelli didascalici, a cura del Cai di Agordo, che conterranno informazioni non solo sui sistemi dolomitici, ma anche sui percorsi per accedervi, i rifugi presenti, luoghi di interesse. Verrà inoltre predisposto un codice QR per consultare ulteriori notizie tramite lo smartphone. «Il progetto comincia a essere conosciuto e sta attirando turisti», dice ancora il primo cittadino. «Tra l’altro, presto partiremo con l’ospitalità diffusa e chi verrà nel nostro territorio potrà godere anche di questa possibilità. Intanto, l’internazionalità delle opere è veicolo promozionale. In questa direzione va la scelta di artisti provenienti da tutto il mondo». —
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