Farfalle e insetti impollinatori a rischio, il Parco studia come farli sopravvivere
Al Museo di Seravella il primo di due incontri per illustrare alcuni progetti che hanno coinvolto anche i visitatori

Oltre 14 mila segnalazioni raccolte in pochi mesi e una novantina di persone coinvolte. Sono i primi dati del progetto “Neptis” avviato in primavera dal Parco delle Dolomiti per studiare le farfalle nel territorio dell’area protetta e di tutte le Alpi Orientali attraverso il coinvolgimento di appassionati, escursionisti e visitatori, che raccolgono e inviano fotografie e informazioni sulle farfalle incontrate durante le escursioni.
Inoltre, il Parco delle Dolomiti, in collaborazione con le università di Padova e Bologna, ha avviato negli anni scorsi diversi studi per raccogliere informazioni sulla presenza e distribuzione degli insetti impollinatori (farfalle, api domestiche e selvatiche, bombi, ditteri sirfidi e molti altri) e per valutarne lo stato di salute.
Parallelamente ha intrapreso anche studi sugli effetti del cambiamento climatico sugli insetti, indagini sulle relazioni tra insetti impollinatori e piante in alta quota e ricerche che consentono, attraverso lo studio della genetica degli insetti, di avere informazioni sulle glaciazioni antiche. Quello del declino di questi insetti è un problema di dimensioni planetarie, che ha ripercussioni non solo ecologiche, ma anche economiche, perché da questi insetti dipende la sopravvivenza di moltissime piante, spontanee e coltivate.
Per divulgare i risultati di queste ricerche si terranno due incontri, nell’ambito della settimana europea degli impollinatori, organizzati in collaborazione con il centro Europe direct Montagna Veneta (operativo nella sede del Gal Prealpi e Dolomiti), con il Comune di Feltre e grazie alla disponibilità dei docenti e ricercatori universitari che collaborano con l’ente.
Gli appuntamenti sono giovedì 29 settembre alle 18 al museo etnografico di Seravella a Cesiomaggiore e venerdì 14 ottobre alle 18 a Feltre in sala Ocri sopra la farmacia dell’ospedale. «Divulgare a un pubblico di non specialisti i risultati delle nostre ricerche scientifiche è un’attività istituzionale di grande importanza», afferma il presidente del Parco Ennio Vigne, «perché avvicina la popolazione al Parco e alle sue attività e, soprattutto, consente a tutti di scoprire la straordinaria, ma a volte poco conosciuta, ricchezza delle nostre montagne».
Il presidente del Gal Prealpi e Dolomiti, Alberto Peterle, sottolinea che «la missione dei centri Europe direct è di portare l’Europa nel territorio locale e di comunicare ai tutti i cittadini le tematiche europee. L’informazione e il coinvolgimento risultano essere parole di fondamentale rilevanza nelle attività del centro, in prima linea nella disseminazione della tematica del “green deal” europeo, nella quale biodiversità ed impollinatori hanno un ruolo chiave».
La dottoressa Laura Ambrosino, della Rappresentanza a Milano della Commissione europea, che interverrà alla prima serata, ribadisce l’importanza economica degli impollinatori per l’agricoltura ed evidenzia che «per proteggere questi preziosi animali la Commissione europea ha adottato l’iniziativa Ue per gli impollinatori e l’Alveare europeo per l’informazione sugli impollinatori».
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