Il pom prussian edizione da record per la fiera di Faller

La 17ª fiera della mela prussiana di Sovramonte va in archivio sicuramente come «un’edizione da record». A dirlo Giovanni Moretton, presidente del Consorzio di tutela che ogni anno organizza l’evento
SOVRAMONTE. La 17ª fiera della mela prussiana va in archivio sicuramente come «un’edizione da record». A dirlo Giovanni Moretton, presidente del Consorzio di tutela che ogni anno organizza l’evento di Faller dedicato al pom prussian. D’altronde si sa, l’affluenza a manifestazioni come questa si deve in gran parte anche al tempo. E il sole ieri ha fatto capolino invogliando le persone a muoversi.


I visitatori hanno colto l’occasione per fare incetta di buoni prodotti, genuini rispetto a quelli di altri mercati. Si assaggia e si acquista in maniera consapevole. Le aziende agricole erano una ventina e hanno venduto bene. Chi ha comprato le mele è arrivato prestino, perché alle undici erano già finite. La produzione, infatti, è stata scarsa: «Il raccolto è stato di circa otto quintali, di cui solo tre vendibili. Il resto è stato tutto trasformato», spiega Moretton.


Con i frutti si producono confettura, mostarda, aceto di mele, aceto balsamico, succo di mela e si preparano ricette.


«Sapevamo che ci sarebbe stato un calo nella produzione, perché lo scorso anno gli alberi erano troppo carichi e si prevedeva metà raccolto. Però è andato poi quasi distrutto dal gelo che ha colpito in piena fioritura», aggiunge il presidente del Consorzio.


La fiera è risultata ugualmente bella. Lungo le viuzze del paese hanno trovato posto ieri circa sessanta espositori, tutti selezionati. Dai prodotti della terra a quelli frutto della manualità artigianale: ciò che accomuna le merci è la qualità. Alcuni espositori sono vecchie e fidate conoscenze: Ilenia (“Far saon”) che crea saponette naturali e spugnette con la lana cardata e infeltrita, Maria (“Composižion de fior”), Iolanda (“Far žavate”) e la lista sarebbe più lunga. Per altri è la prima volta, come per Chiara con i suoi biscotti o Fabiola che coltiva e trasforma erbe delle Dolomiti: «Qui è un posto meraviglioso. Tutti ci tengono molto e si vede. Rimane ancora una festa di paese», dice.


È un battesimo per l’azienda di Domenico, che è stata inserita quest’anno e vende frutta e verdura di produzione propria: «Abito in provincia di Padova ma mia mamma è nata qui».


Il legame con Faller ce l’ha anche Silvia che con la lana crea pupazzi, bambole e borse: «Vengo dalla provincia di Rovigo, però ho una casa in paese, e scappo ogni volta che posso», confessa. Per altri è il secondo anno: «L’anno scorso ho lavorato bene, alla seconda volta hai fidelizzato il cliente e la gente torna, se il prezzo è ragionevole spende», spiega Salvatore di Castello Tesino che produce speck e salumi artigianali.


C’era anche Fabio Vettori con le sue simpatiche formiche. Bene hanno lavorato i punti ristoro, registrando il tutto esaurito. «Stimiamo sette mila presenze», azzardava il sindaco Federico Dalla Torre all’una.


Anna Minazzato


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