In 25 mila al Fulcis per il capolavoro di Tiziano
BELLUNO. Domenica il saluto alla Madonna “Barbarigo” di Tiziano, il dipinto che per la prima volta era uscito dal museo Ermitage di San Pietroburgo per un soggiorno di tre mesi nella sua terra natale. Questo onore è toccato a Belluno, dal giorno dell’inaugurazione del Museo cittadino di Palazzo Fulcis. Del resto, dopo 167 anni, è stato bello che Tiziano, attraverso la sua opera, sia tornato nel territorio che gli diede i natali, un territorio dove la natura, con i suoi colori e i suoi paesaggi, è stata spesso fonte di ispirazione durante la sua lunga carriera di pittore. Durante la mostra al Fulcis, il dipinto era collocato fra due opere: una versione proveniente dal museo delle Belle Arti di Budapest e un’altra dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze.
A siglare il commiato con il capolavoro, è arrivata da San Pietroburgo Irina Artemieva, curatrice della collezione di pittura veneta del museo statale Ermitage e della mostra del Tiziano a Belluno, assieme al direttore Denis Ton. In un ottimo e sorprendente italiano, la studiosa ha raccontato la storia del dipinto e della collezione di pittura veneta, mostrando diapositive e rivelando la cura, la precisione con cui gli esperti si prendono cura di un dipinto nella difficile fase del restauro.
L’esperta ha ripercorso la storia della Madonna Barbarigo che il pittore tenne con sé fino alla morte. «Qualche anno dopo aver ereditato dal padre la casa situata a Cannaregio», ha detto, «il figlio Pompilio la vende assieme a tutte le opere in essa contenute, compresa la Madonna, al nobile veneziano Cristoforo Barbarigo: ecco perché il nome dato al dipinto. Dopo qualche secolo, gli eredi della nobile famiglia vendono tutta la collezione di pittura veneta allo Zar Nicola I. La collezione viene smembrata, ma quelli stimati “capolavori” sono conservati all’Ermitage, dimora dei Romanov fino al 1917; qui subiscono delle pesanti verniciature che in seguito il restauro eliminerà rimettendo a nuovo i quadri. Lo specialista Serghej Kisseliov, fra l’altro, restituirà al dipinto di Tiziano il meraviglioso "blu oltremare».
A conclusione dell’incontro, la curatrice Artemieva ha simpaticamente invitato i presenti a fare un viaggio fino a San Pietroburgo per gustare a pieno la magia della pittura tizianesca e dei pittori veneti nei dipinti conservati all’Ermitage. E prima di lasciare il museo, parte del pubblico è salita al piano attico per dare un ultimo sguardo e un saluto ai tre dipinti in procinto di tornare nelle loro sedi.
Dalla sua apertura ad oggi, il museo Fulcis ha registrato oltre 25 mila visitatori, con una media settimanale che supera il migliaio. Numeri più che incoraggianti, se si confrontano con i 3.500 ingressi al vecchio museo, in un anno.
E per il futuro? «Ci sono delle idee...» risponde il direttore Ton. «È necessario», aggiunge l’assessore Alpago Novello, «pensare almeno un’importante mostra di questa portata all’anno e una di carattere locale, magari legata a delle donazioni». E auspica, infine, la possibilità di realizzare delle convenzioni con altri musei, i ristoratori, gli albergatori e i negozianti della città.
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