Le gesta del “Grillo” lungo un sentiero
Sabato l’inaugurazione del percorso che va dalla casa natale di Maurilio De Zolt a Presenaio fino a Campolongo, dove vive
SANTO STEFANO DI CADORE. Il Comelico gioca la carta del “Grillo”. Sabato verrà inaugurato un sentiero dedicato a Maurilio De Zolt, il “Tréi dal Grillo” in dialetto, che si snoda dalla casa natale del mitico fondista comeliano a Presenaio, fino a Campolongo, il paese dove vive dal 1991. Un tributo, con le 24 tappe dedicate al campione di casa, ma anche un itinerario che può diventare, se adeguatamente pubblicizzato, un traino turistico.
Omaggio doveroso a chi ha dato lustro non solo a questi due paesi, ma al Comelico, al Cadore, a Belluno, al Veneto e all’Italia tutta. Perché il Grillo è il Grillo, un autentico mito dello sport mondiale. E non sembri questa un’eresia in un paese in cui si è sovente soliti confondere la parola sport con il semplice spettacolo televisivo, con quel circo di chiacchiere che ruota spesso e volentieri attorno al pallone. Lo sport vero, quello della fatica e della lealtà, dell’impegno e del sorriso anche nella sconfitta, ha infatti uno dei suoi maggiori alfieri proprio in Maurilio De Zolt, spesso più conosciuto e acclamato all’estero che non in Italia.
Se n’è avuta un’ennesima dimostrazione qualche giorno fa, quando una ventina di ciclisti tedeschi, per puro caso, si è ritrovata proprio a Campolongo in attesa del passaggio del Giro d’Italia e, visto il manifesto che annunciava la prossima festa di Maurilio, ha chiesto informazioni. «Ma è proprio questo il paese dove vive De Zolt?». E quando, ai piedi del cartellone, hanno visto che c’era anche il Maurilio in carne e ossa, tifoso tra i tifosi ad aspettare la carovana rosa, il loro stupore è stato grande. Sembravano al cospetto di un vero e proprio mito, con il quale si sono voluti subito far fotografare.
Maurilio De Zolt ora riceve un attestato di stima, di simpatia e di riconoscenza dalla sua gente. Con l’inaugurazione del “Tréi dal Grillo” sabato prossimo e con la festa, domenica, per i trenta anni della vittoria nella 50 km di fondo dei mondiali di Oberstdorf, in Germania, nel 1987.
«Il nostro museo si chiama Algudnei, ovvero letteralmente in dialetto “qualcosa di noi”», spiega il direttore Arrigo De Martin, «proprio perché racconta non solo la storia e la cultura, ma anche le persone della nostra terra. Quindi ci è sembrato giusto dedicare a Maurilio De Zolt, che ha portato nel mondo il nome del Comelico, un percorso, un itinerario, qualcosa che nessuno aveva mai fatto prima. L’idea è stata quella di coinvolgere immediatamente la Regola di Campolongo, che ha finanziato l’iniziativa, e poi una serie di artisti, locali e non, ai quali abbiamo affidato il compito di raccontare Maurilio, la sua vita, la fatica e le vittorie, i sorrisi e la vita quotidiana, ma soprattutto la sua grande, grandissima umanità, che ne hanno fatto un grande in assoluto. La risposta di tutti è stata immediata ed entusiasta».
«Abbiamo accolto subito la proposta del Museo Algudnei», conferma Ruggero Grandelis, presidente della Regola di Campolongo, «perché riteniamo doveroso ringraziare anche in questo modo un campione e un uomo come Maurilio. Non solo, abbiamo anche coinvolto le Regole di Presenaio, Santo Stefano, San Pietro, Casada, l’Arcfaco (Unione fra le Regole e comunioni familiari del Comelico), i due Comuni di Santo Stefano e San Pietro, l’Unione Montana Comelico e Sappada. Un gioco di squadra, insomma, per partecipare tutti insieme a questo bel progetto».
E alla festa si è unita anche la Pro loco di Campolongo e il Caffè letterario del Bar2000 di Fabrizio Soravia, che hanno preparato per domenica la festa in ricordo dei trenta anni dalla conquista della medaglia d’oro nella 50 km dei mondiali di Oberstdorf.
Tutti a tifare nuovamente Maurilio, dunque, nel prossimo fine settimana.
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