L’Orlando furioso aiuta Belluno con l’arte di Accorsi e Baliani

Spettacolo a sorpresa il 29 gennaio al Comunale dedicato al territorio devastato dal maltempo dell’ottobre scorso. Lo spettacolo sta già facendo il giro di Italia
04/09/2018 Venezia, 75 Mostra Internazionale d' Arte Cinematografica. Red carpet del film Vox Lux, nella foto Stefano Accorsi
04/09/2018 Venezia, 75 Mostra Internazionale d' Arte Cinematografica. Red carpet del film Vox Lux, nella foto Stefano Accorsi



Un Orlando furioso inedito e fuori programma, pronto a combattere per aiutare il territorio devastato dalla tempesta di fine ottobre. A sorpresa, il 29 gennaio alle 21 al teatro Comunale, Stefano Accorsi e l’attore, regista e drammaturgo Marco Baliani, porteranno in scena la rivisitazione dei 38.746 versi dell’Orlando furioso, sfidandosi in singolar tenzone a colpi di ariostesche rime in una ballata inebriante tra donne, cavalieri, armature e focosi amori.

“Giocando con Orlando” è già in prevendita alla biglietteria del museo Fulcis (0437 956305) al prezzo di 30 euro a biglietto per platea e prima galleria e sarà acquistabile anche il giorno dello spettacolo, dalle 17, direttamente al botteghino del teatro.

L’intero incasso della serata verrà devoluto alle popolazioni del territorio colpite dal maltempo.

«Accorsi porta a Belluno in forma assolutamente gratuita uno spettacolo che sta facendo il giro d’Italia», spiega Renzo Poloni, «e grazie all’organizzazione di Fondazione teatri e Arteven è stato possibile trovare una data in modo da raccogliere fondi da donare alle zone più colpite del Bellunese. È uno spettacolo molto bello e questa sua valenza per il territorio lo rende ancora più speciale, abbiamo l’obbligo morale di riempire il teatro quella sera». L’avventura di “Giocando con Orlando” è nata da una serie di casi fortuiti e anche negativi trasformati con sapienza e intelligenza in un qualcosa di nuovo e piacevole. Baliani, che è anche il regista e l’autore del testo, si stava occupando della regia del Furioso Orlando, uno spettacolo più strutturato e ricco dedicato all’opera di Ariosto, un giorno, però, l’attrice che avrebbe dovuto recitare con Accorsi, Nina Savary, non era riuscita a prendere l’aereo, le scenografie non erano partite da Napoli per raggiungere il luogo dello spettacolo e al teatro c’erano più di ottocento prenotazioni. Nella disperazione del produttore, Marco Balsamo, e degli organizzatori, Baliani e Accorsi si erano messi a tavolino, decidendo di andare in scena comunque, senza costumi, luci né attrice principale. Semplicemente improvvisando.

Lì è nata l’idea di creare una nuova messinscena e a Belluno Stefano Accorsi sarà ancora il paladino Orlando, ma anche il cantore che aggancia i vari episodi nel flusso della storia, mentre Marco Baliani sarà un fool, un regista in scena, pronto ad essere spalla e comprimario, a tendere trappole e inventare strofe. Baliani focalizza la propria attenzione sull’amore che spinge l’uomo a compiere gesta eroiche e a farlo impazzire se non corrisposto. Le donne che tormentano l’Orlando sono belle, sensuali e carismatiche, capaci di ammaliarlo al punto di fargli rischiare tutto per salvarle, persino arrivando a combattere con altri uomini o sfidare gli dei per amarle. Ma il desiderio di completezza che spinge i cavalieri a cercare l’amore è l’unica molla che dà movimento alle loro epiche gesta, esponendoli ai rischi più grandi, come dimostra Alcina nella sua isola incantata, che li attrae per trasformarli in rocce e piante.

Il testo dell’Orlando furioso, anche se rimaneggiato, non è semplice. Si infittisce in un ginepraio di storie che si biforcano e si ritrovano lungo la trama del racconto, ma nello spettacolo di Accorsi e Baliani il tutto si fonde in modo piacevole e chiaro, la narrazione scorre fluida e mai pesante, grazie anche alle parti comiche inserite in un testo che alleggeriscono il tutto. Si parte sempre dalle due storie d’amore principali: il paladino Orlando che insegue la bella Angelica e la guerriera cristiana Bradamante innamorata di Ruggiero, cavaliere saraceno destinato alla conversione, per poi moltiplicare i personaggi, creandone altri intorno, mostri compresi, per condurli a giocare sulla corrispondenza delle rime infilate in un ritmo galoppante, con molta improvvisazione verbale, con rime difficili da trovare e gesti difficili da compiere. —

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