L'ovale di Ricci "Pan e siringa" è tornato a casa

L'opera acquistata dalla Fondazione Cariverona, è stata data in comodato al museo Fulcis



L’ovale “Pan e Siringa” di Sebastiano Ricci torna a casa, a palazzo Fulcis, dopo una peregrinazione di oltre cent’anni, grazie all’intervento della Fondazione Cariverona che lo ha acquistato e concesso in comodato perché potesse riunirsi alle altre tele nate per decorare il Camerino d’Ercole. Le quattro opere ora si abbracciano attorno al visitatore al terzo piano del museo, in attesa che anche l’ultima, ancora dispersa, possa raggiungerli.

«Dopo la mostra dedicata a Ricci, ai suoi rivali e ai suoi eredi, abbiamo avuto l’eccezionale occasione di acquisire in comodato quest’opera importantissima per il nostro museo e per l’intera città», ha spiegato il curatore Denis Ton, «è passato più di un secolo da quando, nel 1917, le tele del camerino di palazzo Fulcis cominciarono la loro peregrinazione in tutto il mondo e l’ultima volta che fu possibile ammirarle assieme risale a oltre 50 anni fa, durante un’esposizione a Memphis».

L’eccezionalità della nuova acquisizione è data dall’essere riusciti a riportare a casa loro queste opere intimamente legate al patrimonio di Belluno e alla storia del palazzo.

«Sono dipinti che farebbero la fortuna di tanti musei internazionali e ora sono qui. Operazioni come questa sono tipiche solo di musei di grande prestigio e su questo si fonda la crescita artistica e culturale cittadina».

Il merito va alla Fondazione Cariverona, sempre più decisa ad occuparsi delle comunità non solo attraverso l’erogazione di finanziamenti, ma anche valorizzandone il patrimonio e istituendo nuovi strumenti di impresa sociale: «Questa lunga e complessa operazione è pienamente coerente con le finalità istituzionali di promozione della cultura volute dalla nostra fondazione», ha spiegato il presidente Alessandro Mazzucco, «è un punto di arrivo nel progetto di valorizzazione di palazzo Fulcis. La nostra azione verso le comunità non sarà solo di finanziamento, ma sempre più votata allo sviluppo di imprese sociali focalizzate sul welfare e sull’arte».

Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco Massaro: «Un altro, fondamentale, pezzo della nostra storia viene recuperato e torna a casa, nella città e nel palazzo per i quali era stato concepito, raggiungendo le altre straordinarie tele di Ricci già presenti, palazzo Fulcis continua nel migliore dei modi il suo percorso di crescita e di arricchimento della proposta espositiva e culturale. Sottolineo con piacere l’attenzione particolare verso la nostra città dimostrata dalla Fondazione Cariverona».

Tornando a Belluno, l’ovale ricostruisce quello che è uno dei più bei cicli pittorici dell'Europa del Settecento che, assieme a “La caduta di Fetonte”, “Ercole al bivio”, “Ercole ed Onfale” e “Apollo e Dafne” (ancora mancante alla collezione), compone una sorta di pedagogia per immagini contenente i moniti rivolti al giovane Pietro Fulcis perché fosse educato a seguire la via della virtù, rinunciando al vizio e alla lussuria, inclinazione cui evidentemente allude anche il soggetto dell’ultima opera arrivata, narrato nelle Metamorfosi di Ovidio. —



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