Mille spettatori e tecnici in mutande per Max Gazzè

Applausi al PalaRicolt per il concerto del cantautore, con un divertente fuori programma.

SEDICO. Quando, a metà concerto, Max Gazzè sta cantando «La vita com'è», l'ultimo tormentone del cantautore romano, e salgono sul palco una mezza dozzina di tecnici in mutande che improvvisano un balletto sulle note del fortunato brano, il cantante dà l'impressione di essere stupito almeno quanto gli spettatori. Così come sembra stupirsi, soprattutto nel tratto finale della serata, per la calorosa partecipazione del pubblico alle sue canzoni.

Al PalaRicolt di Sedico, sabato sera, Gazzè è stato visto e applaudito da un migliaio di persone (di queste, oltre settecentocinquanta avevano acquistato le prevendite nei giorni scorsi). I botteghini hanno iniziato a lavorare alle 19, per consentire il regolare afflusso sulle tribune e sul parterre del palazzetto. Ma è stato solo a ridosso dell'inizio, dopo le nove, che il pubblico si è fatto numeroso.

Poi, puntuali alle 21,30, le luci si sono abbassate, ma Gazzè si è fatto attendere un'altra decina di minuti. A luci spente, il bassista romano inizia a cantare, per una volta senza il suo inseparabile basso. E comincia dalla fine, ossia dal suo ultimo singolo, «Mille volte ancora», che le radio diffondono da due mesi e mezzo. Sullo sfondo, una scenografia davvero tecnologica, con luci ed effetti visivi sorprendenti.

I primi pezzi, Gazzè li canta dal fondo del palco, quasi nell'ombra, fino a «I tuoi maledettissimi impegni», quella canzone che il festival di Sanremo ha scartato (a favore della più conosciuta «Sotto casa») ma che il pubblico bellunese non ha mancato di apprezzare.

È in quel momento che il cantautore romano si porta al centro del palco. «Stiamo andando bene - dice, pantaloni in pelle, maglietta nera e giubbottino scuro - ma per fare un bel concerto bisogna che cantiate più forte che potete».

Quasi a scongiurare il rischio di un concerto sottotono. La serata, invece, procede sui binari giusti. Con tre fili conduttori: i singoli dell'ultimo album, «Maximilian»; alcuni pezzi di «Contro un'onda del mare», l'album uscito esattamente vent'anni fa; i grandi successi. E sono proprio questi ultimi a scatenare il pubblico.

Da «Il timido ubriaco» a «Il solito sesso», da «Cara Valentina» cantato dal pubblico accompagnato solamente dal basso di Gazzè a «La favola di Adamo ed Eva», preceduta dal lancio di una mela in mezzo agli spettatori. E ancora, «L'amore non esiste», frutto del lavoro di quasi due anni con Silvestri e Fabi, «mesi bellissimi - ha detto presentando il pezzo - passati assieme a due grandi cantanti come Daniele e Niccolò». Fino a «La vita com'è», il tormentone degli ultimi mesi, e «L'uomo più furbo», uno dei pezzi storici nel repertorio del cantante italiano.

Nella seconda parte del concerto Gazzè si presenta incappucciato, indossando un impermeabile scuro. Nell'alternarsi di brani più e meno noti, tutte le attenzioni sono state catturate dai grandi successi, con i quali il concerto si è chiuso: «Vento d'estate», «Sotto casa» e «Una musica può fare», pezzi che si sono fatti attendere per quasi due ore ma che, alla fine, hanno visto alzarsi in piedi anche il pubblico che ha trovato posto sulle tribune.

Poi l'uscita tra gli applausi, il rientro sul palco e l'ultimo pezzo, «Scappa via». Ultimo pezzo non soltanto del concerto, ma anche del tour, che proprio in provincia di Belluno si è concluso. Infine, la foto con la band, i tecnici e tutto il pubblico sullo sfondo.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi