Nasce l’archivio audiovisivo sulla storia dei gelatieri emigrati
BELLUNO
Quella dei gelatieri è forse la più emblematica storia di successo imprenditoriale degli emigrati veneti. Coniuga inventiva, spirito di sacrificio, capacità di adattamento, volontà di integrazione e abilità nel lavoro. Tutte caratteristiche emerse nelle interviste a diciannove gelatieri veneti in Germania (da chi è ancora in attività a chi si è già ritirato) per altrettante testimonianze raccolte nel nuovo archivio audiovisivo che arricchisce il museo interattivo delle migrazioni nella sede dell’Abm.
La ricerca condotta dal registra Patrick Grassi verrà presentata al pubblico domenica 2 dicembre a Longarone fiere, nell’ambito della mostra del gelato artigianale, nell’area incontri del padiglione C alle 14.30.
L’Associazione bellunesi nel mondo ha realizzato il progetto “Ritratto di un lavoro” nella convinzione che sia «doveroso e necessario mettere in risalto questo particolare aspetto dell’ampia e variegata epopea migratoria del Veneto, comprendente le dinamiche dal passato ai giorni nostri, promuovere la conoscenza al di fuori del nostro territorio (soprattutto per le giovani generazioni) e soprattutto fare in modo che questo patrimonio storico-culturale non vada perso».
Con un approfondimento per preservare le testimonianze dei gelatieri di ieri e di oggi, l’obiettivo è favorire la fruizione del materiale per raggiungere una vasta gamma di pubblico (studiosi, ricercatori, studenti, scuole, ma anche semplici curiosi e appassionati).
«Tra le tante iniziative dell’Associazione bellunesi nel mondo – dice il presidente Oscar De Bona – c’è anche quella di valorizzare l’emigrazione dei nostri gelatieri, che ha una sua specificità soprattutto qui nel bellunese. Per farlo abbiamo colto l’opportunità data dalla Regione per presentare un progetto finanziato al 75 per cento (19 mila 883 euro sul totale di 26 mila 825). Partner sono Longarone fiere e Uniteis (Unione gelatieri italiani in Germania). Si tratta di interviste che vanno ad arricchire il patrimonio del museo interattivo delle migrazioni».
Il progetto si è svolto in tre fasi, nell’arco di sei mesi di lavoro. Prima è stata effettuata una ricerca di testimoni e protagonisti di questa epopea migratoria. «Abbiamo incontrato oltre sessanta protagonisti tra gelatieri ritirati e ancora in attività, divise tra l’Italia e la Germania», spiega il regista Grassi. «La platea è stato ristretta infine a diciannove secondo criteri di chiarezza nell’esposizione, particolarità o universalità della storia, coinvolgimento di più generazioni, di uomini e donne, storie con lunga tradizione di famiglia (a partire dal nonno) e di chi è stato il primo emigrante».
Nella terza fase, le video interviste sono state montate secondo un criterio cronologico, cioè seguendo le vicende personali e lavorative di ciascuno, raccontando le storie delle persone che stanno dietro alle imprese del gelato. Molto materiale su cui riflettere, sfaccettature di un fenomeno ancora in corso.
«Il nostro lavoro porta simpatia e viene apprezzato», dice il presidente dell’Uniteis Dario Olivier. Il presidente della Mig Fausto Bortolot conclude sottolineando «l’apporto economico che i gelatieri hanno avuto nella provincia di Belluno». —
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