Nel vincheto di Celarda l’uomo è ospite della natura

I carabinieri forestali per la biodiversità sono i custodi della riserva naturale. Un ambiente unico per il suo clima e per le specie animali che la popolano

FELTRE. Chissà quanti bambini hanno riposato nelle culle create con il vimini di Celarda. Oggi, invece, a sonnecchiare tra gli alberi sono uccelli come il picchio, l’airone cinerino o il martin pescatore. O, ancora, anfibi come il rospo smeraldino e ungulati come cervi e caprioli. Una grande varietà di specie accomunate da una certezza: al vincheto sanno di trovare tranquillità e rispetto.

Questa settimana ad accompagnarci nel cuore della natura per la rubrica Belluno Meraviglia sono i carabinieri forestali che gestiscono questa riserva naturale: il colonnello Gianfranco Munari, comandante del Reparto carabinieri per la biodiversità di Belluno e il luogotenente Stefano Zannol, comandate del Nucleo carabinieri per la biodiversità di Celarda. Professionisti che hanno fatto della tutela ambientale il loro lavoro e che permettono ai tanti ospiti che oggi visitano Celarda di godere di un ambiente intatto.



In passato questo ambiente umido era noto per la coltivazione del vinco (da qui il nome) da cui si ricavava il vimini per fare ceste e culle. «Si hanno notizie di questa zona già da metà dell’800» spiegano i militari, «quando era gestita dal ministero delle Finanze. Poi è passata a quello dell’Agricoltura e infine al Corpo Forestale». Con l’avvento della plastica la produzione di vimini è scomparsa ed è iniziata l’attività vivaistica, abbandonata però quando nel 1966 la zona venne interamente sommersa a causa dell’alluvione. Pochi anni dopo la decisione di trasformare questo ambiente unico nel suo genere - nonostante si trovi in ambiente alpino ospita un clima quasi continentale - in riserva naturale. Era il 1971.

«Questa è una zona umida di interesse internazionale» spiegano Munari e Zannol, «per la fauna in generale e per l’avifauna stanziale e migratoria. Questa è una riserva di popolamento animale: qui specie come cervo, capriolo, scoiattolo, pipistrello, rospo smeraldino e ululone dal ventre giallo possono fare la loro vita in modo tranquillo, senza essere disturbati dall’uomo. Ovviamente vale anche per i numerosi uccelli che popolano la riserva».

Con i suoi 92 ettari di estensione, il vincheto di Celarda offre una grande varietà di ambienti. Canneti, radure alternate a boschi, rii e risorgive. È una zona umida di interesse internazionale, tutelata dalla convenzione di Ramsar. «In alcune zone della riserva interveniamo con sfalci e concimazioni» continuano i carabinieri forestali, «in altre invece lasciamo che sia la natura a fare il suo corso». Un’accortezza apprezzata dagli uccelli che popolano la riserva, riconosciuta come “zona di protezione speciale”. Moretta, germano, gallinella d’acqua, airone cinerino, martin pescatore, oltre a diversi tipi di picchio, sono solo alcune delle specie che vivono in modo stanziale o per brevi periodi a Celarda.

L’uomo, in questo ambiente, può solo essere spettatore: la riserva è visitabile tutti i giorni dalle 8 alle 18 ma è vietata la caccia e tutte le attività di disturbo della selvaggina. Non sono ammesse bici né mezzi a motore, non si può raccogliere nulla né giocare o stanziare sui prati, restando su sentieri e viali. Rispettare le regole, però, ripaga i visitatori con un premio impareggiabile: tornare ad essere, almeno per qualche ora, parte della natura. —
 

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