Ottocento visitatori a Villa Paganini un successo per il Fai

La splendida dimora è ora proprietà dei Francavilla E il futuro dell’edificio? «Non sarà una casa privata»
ROCCA PIETORE. Quasi 800 persone per scoprire Villa Paganini nel primo dei due giorni di apertura al pubblico. A sera sono molto soddisfatti i giovani del Fai di Belluno che hanno organizzato le visite guidate alla struttura che a Masarè di Rocca Pietore si affaccia sul lago di Alleghe ed è circondata da un ampio giardino. Oggi si replica sempre dalle 9 alle 17.40. Trentacinque alla volta valligiani e turisti varcano il cancello e si fanno condurre dalla guida in una casa che ha 124 anni.


«Venne inaugurata nel 1893 – spiega l’architetto Lidia Rui al gruppo di visitatori – nel 25° di fondazione del Cai. Per l’occasione Roberto Paganini fece un grande rinfresco con fuochi d’artificio a cui invitò tutti i villeggianti». La riapertura della villa, acquistata lo scorso anno dalla famiglia Francavilla di Agordo, porta subito con sé la curiosità di sapere cosa ne sarà in futuro. «Ci stiamo pensando – dice Caterina Francavilla al termine della visita – ma non abbiamo ancora deciso. Di certo non sarà una casa privata».


A fine ’800 era nata invece come casa per le vacanze. «Roberto Paganini – spiega Rui – era nato ad Agordo. Poi divenne ingegnere e fu un uomo dal respiro internazionale: in India fondò una nuova città e la dedicò alla regina Margherita. Ma qui in riva al lago decise di costruire la dimora per il riposo estivo. Una delle prime ville a scopo turistico».


Che fosse destinata solo al periodo caldo, lo testimonia il fatto che, oltre a non avere le cucine, era priva anche di riscaldamento (c’erano tuttavia delle canne fumarie per eventuali stufette). A 20 metri sottoterra un vano fungeva da ghiacciaia che avrebbe conservato il ghiaccio per tutta l’estate. C’era però un sistema per riscaldare l’acqua: sarebbe stato un peccato non poter utilizzare le varie vasche in stile Terme di Caracalla che Paganini aveva voluto ispirato probabilmente dalle “fontane” di piazza Farnese a Roma. Villa Paganini-Ruspoli (Ruspoli è il cognome della moglie di Paganini) venne realizzata dopo una convenzione tra quello che fu deputato e senatore del Regno d’Italia e il Comune di Rocca.


«L’accordo – ricorda Rui – stabiliva che la si dovesse costruire per mezzo di materiali e di maestranze del luogo». Non venne rispettato in toto (vedi l’uso dei marmi di Carrara), ma forse era inevitabile per una villa in uno stile eclettico neogotico testimoniato dagli elementi a sesto acuto, dalle bifore, dalle trifore e dalle colonne tortili. Uno stile che richiamava il passato, dunque, ma che vestiva una casa moderna. «C’era un sistema per ottenere l’acqua calda – dice Rui – e poi Paganini aveva realizzato una delle prime centrali idroelettriche in zona. E il tetto a quattro falde con le quattro capriate fermate dai cosiddetti monaci? È una cosa unica, un’opera di ingegno e di abilità delle maestranze locali che mostra ancora il legno di allora. Sarebbe una mansarda bellissima». Questo in cima.


Sotto, al piano terra, al primo e al secondo piano ci sono i dipinti del napoletano Vincenzo Severino (il nipote Pasquale sta esponendo in questi giorni ad Alleghe) e del fratello Emanuele. Nelle camere da letto è arte pure quella nostrana dell’intaglio di Amedeo e Benedetto Da Pos di Carfon di Canale d’Agordo. Una vecchia cassa di birre americane ricorda che anche gli Alleati ci misero piede quando venne usata come base durante la Seconda guerra mondiale. E poi il pianoforte che suonò Claudio Baglioni. «Negli anni ‘70 – spiega Rui – la moglie di Baglioni, che era di Agordo, chiese al proprietario Dino Riva di affittare la casa al marito. Riva la concesse gratis e così divenne la casa delle ferie del cantautore». Oggi alle 19 in villa parlerà di questo Mariangela Bognolo di Radio ReteTop95. Ma più interessante è la storia di quel pianoforte a coda: un Érard probabilmente del ‘700 che venne acquistato dai Brizzi-Nicolini di Firenze e che quindi venne trasportato dalla Toscana ad Alleghe. Paganini, insomma, a questa villa (in cui in futuro passeranno Moro e Saragat) ci teneva. Da lì poteva ammirare il Col di Lana e il paese di Alleghe. «Andava a messa in barca e il prete lo aspettava».


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