Pino Donaggio da violinista a cantante: «Ad Auronzo è cambiata la mia vita»
«Se ho fatto il cantante lo devo proprio ad Auronzo». Pino Donaggio è un mostro sacro della musica leggera italiana, la sua famosissima “Io che non vivo senza te”, tanto per dire, è stata incisa in inglese da un certo Elvis Presley. «Eppure io volevo solo suonare il violino, quella», ci dice nel suo studio di via Pause, in fondo al paese, «era la mia vera passione; poi una bella sera, ero ancora un ragazzo e venivamo in Cadore in vacanza, sono andato a ballare al Ciclamino, un locale di moda, qua vicino. Seguiva una gara di canto e io, per divertimento, ho cantato Diana di Paul Anka e Bernardine di Pat Boome, con un successo incredibile, tutte le ragazze mi saltavano addosso».
Con De Niro un film su Enzo Ferrari.
Da lì è iniziata una carriera folgorante, che dura tuttora anche se ormai fuori dai riflettori delle televisioni. Pino Donaggio da anni si dedica infatti a scrivere musiche da film: il prossimo, sulla vita di Enzo Ferrari, sarà interpretato da Robert De Niro e prodotto da Gianni Bozzacchi, il fotografo ufficiale di Elizabeth Taylor e Richard Burton. E ha da poco consegnato le musiche del nuovo film di Brian De Palma, Domino, un thriller che uscirà a fine anno. «Con Brian De Palma c’è ormai un consolidato rapporto di collaborazione e di amicizia», spiega Donaggio, «ci capiamo al volo, senza quasi parlarci. “Fai tu”, mi dice, il feeling è completo».
Colonne sonore
Pino Donaggio ha scritto musiche per oltre 230 fra film e fiction, come “Don Matteo”, “Provaci ancora Prof”, “Un passo dal cielo”. Tra i film, da ricordare “Non ci resta che piangere”, con protagonisti Roberto Benigni e Massimo Troisi, e pellicole importanti di Liliana Cavani, Michele Placido, Giuseppe Ferrara. «Il primo film è stato, un po’per caso, “A Venezia... un dicembre rosso shocking”, del 1973 (titolo originale Don’t Look Now) di Nicola Roeg, con Donald Sutherland, Julie Christie, Massimo Serato. Un grande successo, premiato come migliore colonna sonora quell’anno in Inghilterra. Il disco è poi stato portato del tutto casualmente a De Palma da un critico cinematografico suo amico, che lo aveva acquistato a Londra. Brian stava lavorando al film “Carrie” e cercava un nuovo musicista perché il suo fedele collaboratore, il celebre Bernard Herrmann, era morto improvvisamente durante le riprese di “Taxi Driver”. Herrmann era famoso anche per la sua collaborazione con Alfred Hitchcock (e De Palma era appassionato di Hitchcock). inoltre era un violinista e ho scoperto con lui certe affinità che probabilmente anche De Palma aveva notato. “Carrie” è stato un grande successo, così come “Blow out” con John Travolta, “Lo sguardo di Satana”, “Omicidio a luci rosse”.
La scelta di scrivere musiche da film è presto spiegata: «Per avere una vita meno stressante. Fare concerti in giro per l’Italia mi esponeva anche a non pochi rischi durante i viaggi. Mi sono trovato due o tre volte e vedermela brutta in strada, a causa della fatica. Così ho detto al mio gruppo, “I crash di Padova”, che stavo valutando questa ipotesi e, dopo il terzo film, è arrivata la proposta di De Palma ed ho cambiato vita.
Violinista e cantautore
Una terza vita, dopo quella di violinista classico e quella di cantautore che ha calcato per dieci volte le tavole del Cinema Ariston a Sanremo. «Da ragazzo ho fatto parte dei “Solisti Veneti” del compianto Claudio Scimone, con i quali qualche hanno fa abbiamo festeggiato i 55 anni di attività e ai quali ho dedicato il mio pezzo “Fotogrammi 55”. Ero primo violino insieme al mio amico Piero Toso. Successivamente sono stato chiamato dal maestro Claudio Abbado a far parte dei Solisti di Milano, con cui abbiamo girato l’Europa».
Poi il cantautore... «Una carriera iniziata un po’per caso, come dicevo, ma che mi ha dato grandi soddisfazioni. Ho cantato e scritto per Celentano, e con lui e il suo clan nel 1963 abbiamo condiviso un tour; Mina, la più bella voce della musica italiana, ha inciso le mie “Ho paura”, “Come sinfonia”, “Questo sì questo no”, “Una casa in cima al mondo”; quest’ultima canzone l’ho interpretata in coppia con Claudio Villa a Sanremo 1966».
Il mondo della musica
Oggi Donaggio si divide fra Venezia, dove ha casa e studio di registrazione sul Canal Grande, di fronte al Gritti, che suscita l’ammirazione di tanti registi ed attori che passano a trovarlo, e Auronzo, dove trascorre le vacanze. «Non amo la Tv, spiega, perché non mi piacciono i copioni. Le migliori ispirazioni? Le prendo da Venezia, dall’arte. Ma una delle musiche più belle l’ho composta qui ad Auronzo: “Museum”, sei minuti di musica ininterrotta per il film “Vestito per uccidere” di Brian De Palma». Poi gira il mondo per registrare. Ma quali sono i suoi amici della musica? «Su tutti Little Tony e Giorgio Gaber, purtroppo scomparsi; poi tanti con cui ho condiviso quegli anni fantastici: mi vengono in mente Tony Renis, Piero Focaccia, Bobby Solo, Riccardo Del Turco, Giorgio Moroder. Qualche sera fa mi ha chiamato Tony Dallara dicendomi che sta ancora cantando, a 82 anni. Un prodigio: lo ammiro ma non lo invidio. No io sono un solitario, Venezia e Auronzo mi bastano» . —
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