Premio a Don Ciotti: «La ferita bellunese è il grido della terra. Veneti straordinari»
SAN POLO DI PIAVE
«Il cataclisma nel Bellunese è il grido della terra, la nostra società si sta suicidando, perché non ascolta la voce della natura, che va accolta, rispettata, valorizzata, riconosciuta».
Sono le parole di don Luigi Ciotti, che non usa mezzi termini, e che raccoglie il coro unanime di dolore e denuncia che si è sollevato dalle voci degli scrittori protagonisti della 36° edizione del Premio letterario Gambrinus Mazzotti, celebrato ieri al Parco Gambrinus di San Polo di Piave.
Don Ciotti ha ricevuto il Premio honoris causa per il suo impegno nei confronti dell’ambiente, tema centrale della manifestazione, e che il presbitero ha dedicato alle sue origini dichiarando: «Io sono nato a Pieve di Cadore e lo dico sempre quando vado per il mondo, i veneti sono persone straordinarie, lo hanno dimostrato anche rialzandosi presto da questa tragedia e io ne sono orgoglioso». Applauditissimo dalla platea, il fondatore di “Libera” propone una nuova prospettiva: «Come ha detto il Papa siamo in una crisi socio-ambientale, le due sfere sono collegate, non si può volere bene all’uomo senza volere bene alla natura, se aumenta la qualità della vita delle persone aumenteranno anche i “diritti ambientali”, i rifiuti nella terra dei fuochi e i condoni senza criterio, sono questioni che riguardano tutti e che creano morti, di cui ci dobbiamo prendere la responsabilità, la natura deve diventare una persona giuridica a tutti gli effetti».
Maurizio “Manolo” Zanolla, celebre arrampicatore e vincitore della sezione “montagna” con il libro “Eravamo immortali” proprio sull’alpinismo, conferma una responsabilità politica e sociale degli eventi: «Il cambiamento climatico in corso – ha detto – deve essere affrontato da chi ha potere decisionale a livello mondiale, altrimenti questi drammi saranno solo l’inizio».
Francesca Gallo ha dedicato il suo premio nella sezione “artigianato” con il testo “Phisa Harmonikòs” sulla sua vita di fisarmonicista, all’Agordino dove farà sorgere un “frutteto sociale”. «Appena ci saranno le condizioni – ha svelato la musicista – pianterò meli e peri di cui tutti potranno nutrirsi, è un modo per guardare avanti e per ringraziare una terra che amo tanto». Il ricercatore Alessandro Tasinato, che si è aggiudicato il premio della giuria, ha portato invece l’attenzione verso i corsi d’acqua, ridotti nella portata e inquinati, come denuncia nel suo romanzo “Il fiume sono io”, vincitore della sezione “ecologia”. Don Ciotti, ascoltando le grida di dolore della terra, ha invocato una “conversione ecologica”: «Stasera dormirò ai piedi delle Dolomiti – ha concluso – perché ogni volta che posso torno in montagna, dove trovo la pace e dove posso guardare lontano».
Il premio Gambrinus «Voci dei lettori» è andato al ricercatore scientifico Tasinato, con il suo libro «Il fiume sono io». I quaranta giurati popolari erano chiamati a scegliere il migliore tra la terna dei vincitori nelle tre sezioni del concorso e si sono fatti conquistare dalla freschezza e autenticità di un romanzo di esordio che inizia con l’interrogarsi sul perchè un fiume scompaia dalle mappe ad un certo punto della storia. Ne scaturisce una indagine narrativa che ha come cuore la Rabiosa, il fiume mortalmente inquinato del distretto conciario di Chiampo. —
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