Quasi due ore al buio: l’eclissi di luna più lunga si osserverà da Cusighe
Il cielo si spegnerà per quasi due ore. Sarà l’eclissi lunare più lunga del ventunesimo secolo quella di domani sera, un evento imperdibile perché stavolta ci sono due fattori di grande interesse: la durata dell’oscuramento e la massima vicinanza di Marte alla Terra. Fenomeni che si potranno osservare a occhio nudo, ma l’occasione è troppo speciale per un’occhiatina dalla terrazza di casa.
I più appassionati hanno varie opzioni, ma per chi si trova in città il Gruppo Astrofili Belluno ha deciso di organizzare una serata al campo sportivo di Cusighe. Si inizierà alle 19 con l’apertura della frasca e la possibilità di cenare con pastin, formaggio, patatine e birra, dopodiché, alle 19.30, verranno sistemati gli strumenti che aiuteranno in un’osservazione più dettagliata del fenomeno. Ovviamente chi ne possiede uno sarà il benvenuto.
La Luna inizierà ad essere in penombra alle 19.15, ma sarà solo alle 21.30 che si raggiungerà la totalità, mentre il massimo dell’eclissi sarà alle 22.21, per concludersi alle 23.13. Venti minuti dopo la mezzanotte sarà tutto finito.
Il Gruppo Astrofili Belluno organizza spesso osservazioni aperte al pubblico a scopo divulgativo e la partecipazione è sempre un successo.
«Esistono due tipi di eclissi», spiega Paolo Bello che insieme a Marco Bristot (Ragno) e Andrea Galliano è uno dei tre fondatori del gruppo. «Quella solare consiste nell’allineamento di Sole, Luna e Terra: è più frequente, ma è visibile solo in determinati punti sulla Terra. Domani sera assisteremo invece all’allineamento di Sole, Terra e Luna. La Terra, mettendosi in mezzo, toglierà alla Luna l’illuminazione solare lasciandola al buio. Si dice che la Luna entra nel cono d’ombra della Terra».
Per la maggior parte del tempo, in realtà, la Luna apparirà rossa: «Immaginiamo di essere un astronauta che si trova sulla Luna in quel momento», spiega Bello. «Ciò che vedrebbe, è un cerchio rosso tutto attorno alla Terra. Si tratta dei raggi solari che vengono filtrati dall’atmosfera e in quelle condizioni passano solo le frequenze più basse, cioè il rosso, proprio come avviene all’alba e al tramonto. Quel rosso domani illuminerà la Luna, ma non è escluso che al picco dell’evento la Luna scompaia del tutto».
Il motivo della durata dell’eclissi sta invece nell’allineamento perfetto dei pianeti: «Stavolta», prosegue Bello, «la Luna attraverserà il cono d’ombra esattamente al centro e quindi impiegherà più tempo del solito per attraversarlo: circa un’ora e tre quarti e sarà l’eclissi più lunga di questo secolo».
Il secondo fattore di interesse sta nel fatto che, proprio domani sera, Marte sarà nel punto più vicino alla Terra: «La Luna si trova prospetticamente più vicina a Marte e questi due fattori renderanno il pianeta Rosso ben visibile e più grande del solito. Purtroppo in queste settimane su Marte è in corso una poderosa tempesta di sabbia che ha immerso il pianeta e non ci permetterà una visione nel dettaglio delle sue caratteristiche. L’assenza di una Luna luminosa, ci consentirà anche di osservare il profondo cielo, cioè le formazioni che di solito non si riescono a vedere, come le nebulose».
Ma non solo Luna e Marte: il Gruppo Astrofili Belluno intende approfittare dell’oscurità per puntare i telescopi anche su Venere, Giove, Saturno e Nettuno che saranno perfettamente visibili anche a occhio nudo (tranne Nettuno). Il Comune di Belluno ha accolto le richieste del gruppo e, per tutta la durata dell’eclissi, l’illuminazione pubblica in via Sala e in via Santa Chiara rimarrà spenta in modo da favorire l’osservazione.
L’inquinamento luminoso è infatti il peggiore antagonista degli astrofili, che vorrebbero realizzare un osservatorio anche in città: «Al momento, in provincia, ci sono tre punti di osservazione: Cortina, Feltre e San Tomaso Agordino. Il nostro intento», chiarisce Bello, «è quello di radunare tutti gli appassionati bellunesi e sarebbe bello se il Comune ci concedesse a costo zero uno spazio di osservazione. L’ideale sarebbe alle pendici del Serva, perché sul Nevegal arriva troppa luce dalla pianura».
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