Stefano Accorsi e l’Orlando Furioso portano 12mila euro per gli alluvionati

Pubblico incantato dal grande attore su un palco privo di grandi scenografie e basato sulle sue capacità artistiche 



L’Orlando furioso di Stefano Accorsi emoziona il Comunale e fa incassare almeno 12mila euro al botteghino nonostante il breve preavviso con il quale è stato messo in cartellone, grazie a una collaborazione tra la Fondazione teatri delle Dolomiti e Arteven. L’intero ricavato della serata sarà destinato alle popolazioni colpite dal maltempo dello scorso fine ottobre, al netto di iva e diritti Siae, che non si è riusciti a non pagare (per un totale di non meno del 20%).

«I dati definitivi li avremo nei prossimi giorni, quando sapremo quanto è stato venduto da Arteven fuori da Belluno», commenta Renzo Poloni, presidente della fondazione, «è comunque un risultato ottimo, dato che era un fuori programma in un calendario già molto ricco».

Sul palco, prima dell’attore bolognese, con Poloni sono saliti Pierluca Donin di Arteven, assieme al presidente della Provincia, Roberto Padrin e all’assessore Marco Perale. Tutti hanno sottolineato la spontaneità e l’importanza del gesto di Accorsi nel presentarsi a Belluno assieme ai tecnici dello spettacolo in forma assolutamente gratuita e votata esclusivamente alla raccolta di fondi. Il presidente Zaia, invece, non era presente e ha affidato a una lettera un messaggio letto da Poloni: «Mi faccio garante per ogni centesimo raccolto durante la serata affinché arrivi nelle zone colpite dalla tempesta».

Durante il lungo monologo in rime ariostesche, Accorsi ha incantato il pubblico narrando delle gesta di Orlando, Angelica, Ruggiero e Bradamante, ricalcando l’essenza più pura di un teatro privo di grandi scenografie e basato sulla capacità dell’attore di mantenere alta l’attenzione del pubblico. Unica decorazione, infatti, erano alcuni cavalli in giostra realizzati dall’artista Mimmo Paladino, che ricordavano quelli sognati da un bambino o rappresentati in un arazzo variopinto, davanti al quale il cantastorie Accorsi ha portato per mano il pubblico alla scoperta di un sunto degli episodi più appassionanti dei 38.746 versi dell’opera di Ludovico Ariosto; saltellando sapientemente di scena in scena e spingendo gli spettatori a creare da sé una scenografia immaginaria fatta di tende, accampamenti, castelli, duelli, bestie terribili, foreste e fanciulle in pericolo.

Merito doppio all’Accorsi teatrale va per il fatto di aver portato in scena lo spettacolo in versione “assolo”, senza cioè il supporto di Marco Baliani, regista e autore dei testi oltre che spalla di Accorsi in scena. Nonostante ciò, l’intero racconto è filato via senza mai annoiare e, soprattutto, rispettando gli inserti comici pensati per intervallare con una risata la travagliata avventura dei cavalieri cristiani e musulmani arsi e resi folli da amori contesi e raramente corrisposti, facendo risuonare le rime originali nell’italiano di Ariosto come fosse moderno, tanto da riuscire ad inserire anche alcuni riferimenti a fatti e personaggi dell’attualità italiana. Dopo circa un’ora e mezza di spettacolo, l’attore è stato atteso in sala da un nutrito gruppo di fan a caccia di una foto o di una stretta di mano, alla quale il prode Orlando non ha potuto sottrarsi, affrontando con il sorriso l’orda di pulzelle.

«Dopo lo spettacolo ho avuto modo di parlare con Accorsi, che, oltre ad apprezzare la città, ha lodato il pubblico bellunese per la sua attenzione e la sua maturità nel seguire il monologo», conclude Poloni, «segno evidente della buona abitudine di andare spesso a teatro e incoraggiamento per vedere Accorsi ancora sul palco del Comunale in futuro». —

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