Una notte da clandestini nel museo Fulcis innevato

Visita di Sgarbi nelle stanze già in parte allestite, dove ogni ambiente è una bella sorpresa

BELLUNO. Su Belluno scende finalmente la neve quando Palazzo Fulcis accoglie i suoi primi visitatori. È un gruppetto quasi clandestino, perché il museo sarà pronto solo tra due settimane, ma l’occasione di ammirare tra pochi intimi il restauro più atteso degli ultimi trent’anni è unica e l’ospite principale è di quelli che vale la pena seguire, almeno dentro una pinacoteca. È mezzanotte e Vittorio Sgarbi ha appena finito di firmare autografi e posare con i suoi fans, dopo lo spettacolo su Caravaggio in un Teatro Comunale sold out.

Le porte di vetro del Fulcis sono aperte e ad attendere i visitatori notturni c’è il “padrone di casa”, il conservatore del museo civico di Belluno Denis Ton, uno che sta ai modi impetuosi di Vittorio Sgarbi come la neve sta al Salento. L’allestimento è in corso e fin dall’ingresso si percepisce l’atmosfera dei preparativi frenetici, ma lo splendore di Palazzo Fulcis non teme gli scatoloni, i cavalletti e gli imballaggi sparsi nella maggior parte delle stanze.

È un museo a metà: quadri e oggetti sono già stati tutti trasferiti dalla sede di Piazza Duomo, ma solo una parte è già stata collocata. Alcune stanze sono ancora completamente vuote, eppure così ricche di affreschi, stucchi e pavimentazioni di pregio da bastare agli occhi, anzi da stupire per tanta bellezza rimasta per troppi anni negata ai bellunesi. Anche vuoto Palazzo Fulcis potrebbe meritare di diventare una meta turistica, ma curiosare dietro una porta e scoprire un trittico di Matteo Cesa fa chiudere il cerchio: l’eccellente collezione artistica di Belluno ha finalmente la casa che si merita.

Chi ha sbirciato dalle porte di vetro in questi mesi ha già capito che l’ingresso del Fulcis è spettacolare, ma il salone principale e i due piani nobili vanno in crescendo, fino all’ultimo piano, quello della vecchia soffitta restaurata con un intervento davvero molto bello. È qui che tre pannelli già installati attendono i Tiziano che saranno ospitati a Belluno per la mostra evento voluta in occasione dell’inaugurazione del Fulcis. Il primo ad arrivare sarà la Madonna con bambino di Budapest tra qualche giorno, poi le opere sorelle degli Uffizi e dell’Ermitage.

Alcune stanze sono già a buon punto dell’allestimento, oltre a Matteo Cesa sono già in esposizione tra gli altri due tavole di Simon da Cusighe, Sebastiano Ricci, alcuni bozzetti del Brustolon, Palma il Giovane e un Pietro Ricchi che gonfia Sgarbi d’orgoglio. La tela bellunese infatti è una porzione di un’opera di cui Sgarbi possiede una metà.

Il critico conosce già la pinacoteca bellunese, ma si sofferma davanti a ogni opera, la scruta con una pila in mano e il naso quasi attaccato.

«È uno spazio bellissimo», afferma Sgarbi soffocando Ton e il sindaco Jacopo Massaro di domande e richieste di spiegazione, «ma le luci non vanno bene e poi questi pannelli! Sembrano quelli del bagno di Trump».

Per l’allestimento si è scelto di limitare al massimo l’impatto, in un ambiente già fortemente caratterizzato, usando vetro e metallo che al critico d’arte non piacciono: «Io avrei usato il legno, questi pannelli sanno da ospedale», parole misurate per chi lo conosce. Ma non si ferma: l’ospite continua a muoversi da una stanza altra per poi tornare indietro e puntare la pila su una tela vista troppo di sfuggita, senza esitare a sdraiarsi a terra per guardare la Deposizione di Cristo di Agostino Ridolfi ancora appoggiata a testa in giù sui cavalletti. Dopo circa un’ora il gruppo dei clandestini ha finito il giro ma è ancora più impaziente di poter vedere il museo ad allestimento completato.

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